
Ad oggi, sono state pianificate le frequenze in 16 di tali 39 bacini e l’assegnazione delle frequenze è avvenuta in solo 10 bacini di tali 16. Nei rimanenti 29 bacini (39 – 10 = 29), non essendovi frequenze disponibili, l’emittenza locale non ha, allo stato, la possibilità di trasmettere in tecnologia digitale. Di conseguenza, l’avvio del digitale radiofonico Dab+, per l’emittenza locale, nelle aree del Paese diverse dai sopracitati bacini, non risulta possibile. La recente delibera Agcom n. 290/18/CONS, con la quale è stato approvato il nuovo piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre (PNAF 2018), ha, inoltre, previsto, per molte regioni italiane, un numero insufficiente di frequenze da destinare al servizio radiofonico digitale terrestre, riducendo, pertanto, ulteriormente gli spazi radioelettrici per tale tecnologia trasmissiva (si veda la tabella 20 dell’allegato 1 di tale delibera) e rendendo, di fatto, impossibile l’attivazione di reti Dab+ locali in numerose aree del Paese. Per tale ragione, molte delle società consortili per l’attività di operatore di rete radiofonica Dab+ in ambito locale facenti parte del sistema associativo Aeranti-Corallo hanno proposto ricorso al Tar per il Lazio avverso tale delibera.
(Nella foto: Marco Rossignoli)