19/1/18 – La radio si evolve e diventa sempre più multipiattaforma

aeranti-corallo-relatoriLa lettura del recente rapporto Agcom sulla radiofonia, ma anche l’analisi di dati provenienti da altre fonti, consente di svolgere alcune prime riflessioni sull’evoluzione del mezzo che, sino a poco tempo fa, pareva essere sostanzialmente immutato nel tempo. La radio infatti, oggi, non viene più solo diffusa via etere terrestre in Fm, ma anche attraverso altre piattaforme digitali: ci riferiamo, in particolare, alla piattaforma televisiva digitale terrestre (dove sono ormai numerose le realtà locali e nazionali che offrono la c.d. “visual radio”), a quella satellitare e a internet (sia attraverso le pagine dei siti internet delle emittenti radiofoniche stesse, sia attraverso i social media). Vi è, poi, da sottolineare la sempre maggiore diffusione che i contenuti radiofonici hanno attraverso i terminali mobili (smartphone e tablet, in particolare e, a breve, ulteriori dispositivi connessi quali i c.d. “diffusori smart” e le autoradio connesse), sia attraverso app proprietarie, sia mediante i c.d. “aggregatori”. Infine, vi è la radiodiffusione in tecnica digitale Dab+, oggi, purtroppo, circoscritta – per le emittenti radiofoniche locali – ai pochi bacini dove l’Agcom ha pianificato le frequenze e dove il MiSe ha effettuato le assegnazioni frequenziali alle società consortili che svolgono l’attività di operatori di rete.

Negli ultimi mesi, la tendenza di diffusione multipiattaforma sta prendendo un nuovo slancio, e, se da un lato, ciò consente di valorizzare l’aspetto più propriamente editoriale delle emittenti (che, in questo modo, assolvono principalmente al ruolo di fornitore di contenuti), dall’altro rappresenta un evidente campanello di allarme per tutti coloro che non si sono ancora organizzati adeguatamente per rendere disponibili i propri contenuti sul maggior numero possibile di piattaforme, valorizzando, in questo modo, il proprio marchio.
Sono numerosi gli aspetti che dovranno essere analizzati per comprendere appieno i mutamenti in atto. Oggi, per le emittenti radiofoniche locali, si apre la sfida di mantenere e rafforzare la propria identità locale, valorizzando la c.d. “brand identity” (cioè l’identità del marchio) e rendendo disponibile a tutti gli ascoltatori i propri contenuti, indipendentemente dalla piattaforma.
Non è questa una sfida certamente facile: sino a oggi, infatti, le emittenti radiofoniche locali hanno considerato il proprio bacino di ascoltatori sostanzialmente coincidente con l’area di servizio dei propri impianti di diffusione Fm. Ciò, allo stato, non è più totalmente vero.
Se, infatti, l’ascolto della radio Fm avviene ormai principalmente in mobilità (in quanto le autovetture sono universalmente dotate di ricevitore radio), l’ascolto da casa attraverso l’etere terrestre si sta riducendo (in quanto diminuisce il numero di apparecchi riceventi nelle case). Le principali rilevazioni di mercato evidenziano un trend costante in questo senso, dove le “vecchie” radio Fm domestiche vengono sostituite sempre più dall’ascolto tramite pc o tablet oppure attraverso la piattaforma televisiva digitale terrestre. Infine, il c.d. “ascolto personale” (che un tempo avveniva con radioline Fm e auricolari) oggi avviene anche tramite smartphone e contenuti audio diffusi in streaming via internet.
Occorre, dunque, essere consapevoli che oggi non è più sufficiente la sola presenza sulla tradizionale piattaforma diffusiva via etere terrestre in Fm, ma diventa sempre più importante operare sulle “nuove” piattaforme attraverso le quali il pubblico radiofonico (specialmente in ambienti diversi dall’autovettura) mostra di rivolgersi con sempre maggiore frequenza.
 
(Nella foto il tavolo dei relatori al convegno di Aeranti-Corallo sulla radiofonia digitale organizzato a Roma a febbraio 2017)