
Con tale segnalazione, l’Agcom ha, tra l’altro, auspicato “una revisione della normativa attuale che tenga conto del nuovo contesto e delle prospettive di mercato e del cambiamento richiesto dalla transizione, anche alla luce di quanto emerso dalle analisi dell’Autorità”. In altre parole, come era stato già illustrato dal Commissario Nicita, relatore del PNAF 2018, all’Agenzia Radiocor, l’Agcom ritiene che “l’attuale ripartizione del piano tra reti nazionali e reti locali è il risultato dell’applicazione della riserva di un terzo dello spettro alle emittenti locali, un vincolo normativo che non è il risultato di un’analisi di effettivo fabbisogno e che potrebbe quindi inficiare l’allocazione efficiente dello spettro nel nuovo contesto di refarming”.
Aeranti-Corallo ritiene, invece, che la riserva di un terzo della capacità trasmissiva del Piano sia stata prevista dalla legge a garanzia del pluralismo e della concorrenza e che, come tale, debba essere mantenuta. Solo in questo modo, infatti, sarà possibile garantire la continuità aziendale a tutte le imprese televisive locali attualmente operanti nel passaggio al Dvbt-2 che dovrà essere realizzata entro giugno 2022.
(Nella foto: il Commissario Agcom Antonio Nicita a un convegno Aeranti-Corallo)