Giudizio molto critico di Aeranti-Corallo sulle proposte presentate dai relatori al Senato di modifica delle norme di riassetto delle frequenze tv introdotte dalla legge di bilancio 2018 a seguito della dismissione della banda 700 e del passaggio al digitale tv di seconda generazione (Dvbt-2)
E’ in corso al Senato la discussione del disegno di legge di bilancio 2019. Il Governo ha presentato un emendamento, a firma dei Relatori, contenente una serie di proposte di modifica delle norme di riassetto delle frequenze tv introdotte, lo scorso anno, dalla legge di bilancio 2018 a seguito della dismissione della banda 700 e del passaggio al digitale tv di seconda generazione (Dvbt-2).
Aeranti-Corallo esprime un giudizio fortemente critico relativamente a tali proposte in quanto, attraverso le stesse, vengono enormemente ridotti gli spazi radioelettrici per il settore televisivo locale, e viene messa fortemente a rischio la continuità aziendale delle imprese del settore.
In particolare:
1) Viene soppressa la riserva a favore delle tv locali di 1/3 della capacità trasmissiva, con contestuale riserva a favore delle tv locali di una quota (non determinata) della capacità trasmissiva del PNAF; alle tv locali spetterebbero più frequenze di cui almeno una con copertura del 90%.
2) Non verrà più realizzata la rete RAI di banda III (il cui 80% della capacità trasmissiva doveva essere destinato alla diffusione di palinsesti delle tv locali).
3) Viene prevista l’assegnazione dell’ulteriore capacità trasmissiva disponibile in ambito nazionale e delle frequenze terrestri da destinare al servizio televisivo digitale terrestre per gli operatori di rete nazionali e la concessionaria del servizio pubblico tramite una procedura onerosa, senza rilanci competitivi. I proventi della gara saranno destinati a incentivare l’acquisto di apparecchiature di ricezione televisiva e a favorire la sperimentazione di nuove tecnologie televisive.
4) La RAI potrà realizzare (in luogo del mux in banda III Vhf) un mux in banda Uhf decomponibile per macroaree per il trasporto dei propri programmi regionali.
5) La liberazione anticipata (tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021) riguarderà solo i canali 50-51-52 e 53 Uhf e quindi, per quanto riguarda le tv locali, solo i canali 51 e 53 Uhf (gli altri canali verranno rilasciati successivamente. Al riguardo dovrebbe essere modificata la roadmap).
Le emittenti locali che dovranno liberare anticipatamente questi ultimi canali saranno trasportate, nel periodo transitorio, dalla RAI, a modalità e condizioni economiche orientate al costo. Gli altri canali dovranno essere liberati secondo una nuova roadmap che il Ministero dello Sviluppo economico dovrà definire entro il 15 aprile 2019.
Il giudizio critico di Aeranti-Corallo su tale proposta emendativa si basa sulle seguenti ragioni:
a) gli spazi frequenziali e di capacità trasmissiva previsti per le tv locali sono assolutamente insufficienti.
Al riguardo ricordiamo che, con la Legge di Bilancio 2018 e con il PNAF di cui alla delibera Agcom n. 290/18/CONS, venivano previsti per le tv locali quattro mux in banda Uhf (IV e V) e l’80% della capacità trasmissiva della banda Vhf (III).
Diversamente, con le modifiche proposte, alle tv locali dovrebbero, presumibilmente, residuare 1 mux con copertura del 90% e 1 mux (di secondo livello) con una copertura molto più limitata che, come tale, potrebbe non sussistere in un certo numero di province.
Infatti:
– viene, come si è detto, proposta la soppressione della disponibilità dell’80% della capacità trasmissiva del mux RAI in Vhf (in quanto tale mux non verrà più realizzato);
– due dei quattro mux in banda Uhf pianificati in origine per le tv locali, dovrebbero essere assegnati per le trasmissioni in ambito nazionale (tramite la gara onerosa descritta al precedente punto 3);
– una delle frequenze di uno dei due mux in banda Uhf che residua per le tv locali potrebbe essere utilizzata per implementare il mux in banda Uhf decomponibile realizzato dalla RAI per l’informazione regionale;
– in considerazione che il mux con copertura del 90% utilizzerebbe una stessa frequenza sulla dorsale adriatica e una stessa frequenza sulla dorsale tirrenica è evidente che nelle aree di confine tra le aree tecniche di tali dorsali si potrebbero verificare situazioni interferenziali;
b) non è stato ipotizzato alcuno stanziamento aggiuntivo (rispetto a quello previsto dalla Legge di Bilancio 2018) per gli indennizzi previsti per la liberazione delle frequenze da parte delle tv locali.
Tale stanziamento sarebbe stato particolarmente opportuno stante la circostanza che i mux, che non saranno più riservati alle tv locali, verranno assegnati, come si è detto, con gara a titolo oneroso. Non è stata, inoltre, accolta la proposta di prevedere che gli indennizzi non concorrano a formare il reddito di impresa.
c) non sono stati previsti i criteri per l’assegnazione della capacità trasmissiva alle tv locali, con conseguente evidente incertezza circa le modalità di tutto il processo di transizione al DVB-T2;
d) il provvedimento non è stato accompagnato, come chiesto da Aeranti-Corallo, da una proposta di incremento dello stanziamento per le misure di sostegno statali annuali (oltre a quello già previsto all’art. 1, comma 57 del ddl bilancio 2019), al fine di stabilizzare l’importo dei contributi ai livelli previsti dall’art. 1, comma 160 della Legge n. 208/2015 e successive modificazioni, nonché dall’art. 1 della Legge n. 198/2015 e successive modificazioni, con riferimento agli anni 2016, 2017 e 2018.
Il provvedimento è già approdato in Aula e il Governo ha preannunciato che porrà la questione di fiducia. Dopo l’approvazione da parte del Senato, il provvedimento dovrà tornare in terza lettura alla Camera per l’approvazione definitiva, in mancanza di ulteriori modifiche.
Riportiamo al link qui sotto il testo delle norme che verrebbero modificate in caso di approvazione del sopracitato emendamento. In colore rosso sono evidenziate le parti aggiunte dall’emendamento, in nero (barrato) le parti eliminate.