La pubblicazione in G.U. del decreto ministeriale relativo all’erogazione dei contributi ai consumatori finali per l’acquisto di televisori e decoder Dvbt-2, offre l’occasione per approfondire quello che sarà il meccanismo di passaggio alla nuova tecnologia trasmissiva previsto dalle norme.
In particolare, dall’attuale dvb-t, oggi trasmesso con la codifica Mpeg-2, vi sarà un passaggio intermedio in Mpeg-4 (obbligatorio dal 1° settembre 2021) per poi concludere, infine, al Dvbt-2, al termine del percorso di dismissione della banda 700, a metà 2022.
Il passaggio intermedio all’Mpeg-4
La Roadmap ministeriale di cui al DM 19 giugno 2019, suddivide il territorio nazionale in quattro aree geografiche e prevede l’attivazione obbligatoria della codifica Dvb-t/Mpeg-4 a partire dal 1° settembre 2021. Tuttavia, alcuni operatori potrebbero anticipare l’avvio delle trasmissioni in Mpeg-4. Il citato DM 19 giugno 2019 prevede, infatti, all’art. 6, comma 5 che “Al fine di agevolare la migrazione tecnica di un’ampia parte della popolazione verso standard di trasmissione avanzati, durante il periodo transitorio gli operatori di rete possono effettuare la trasmissione di uno o più programmi con la codifica DVBT/MPEG-4 o codifiche e standard piu’ evoluti in anticipo rispetto alle scadenze del presente articolo. Dette iniziative saranno oggetto di comunicazione nei confronti degli utenti. Gli operatori di rete possono comunque attivare la codifica DVBT/MPEG-4 o lo standard DVBT-2 prima delle scadenze di cui ai commi 1, 2 e 3, in base al principio della neutralità tecnologica.”
Secondo quanto previsto dalla citata Roadmap, il nuovo riassetto delle frequenze avverrà in tre fasi (dal 1° settembre al 31 dicembre 2021 toccherà alle aree 2 e 3, corrispondenti a Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. Dal primo gennaio al 31 marzo 2022 sarà la volta dell’Area 1, comprendente Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sardegna. La transizione si completerà poi tra il 1° aprile e il 20 giugno 2022 con l’Area 4, corrispondente a Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise e Marche.
La transizione da Mpeg-2 a Mpeg-4 non dovrebbe essere particolarmente impattante per gli utenti finali. Infatti, ormai da numerosi anni (circa dieci) sul mercato vengono venduti prodotti compatibili con tale standard e, dunque, potrebbero necessitare di aggiornamento solo i televisori e/o i decoder più vecchi. Tutti i televisori “full Hd” in circolazione sono idonei alla ricezione di segnali in Mpeg-4.
Il passaggio al Dbvt-2 con codifica Hevc-10
Secondo quanto previsto dall’art. 6, comma 3 del citato DM 19 giugno 2019, il passaggio definitivo alle trasmissioni in Dvbt-2 con codifica Hevc avverrà nel periodo dal 21 al 30 giugno 2022 sull’intero territorio nazionale. Il nuovo standard sarà abbinato alla tecnologia Hevc (High Efficiency Video Coding), nella versione “main 10”, di cui alla raccomandazione ITU-T H.265, almeno nella versione approvata il 22 dicembre 2016.
Si tratta di una tecnologia di compressione più efficiente che consente di ottimizzare ulteriormente l’utilizzo delle frequenze. Lo spegnimento delle trasmissioni in Dvb-t e l’avvio di quelle in Dvbt-2 avverrà nello stesso momento, quindi tutti coloro che non saranno dotati di dispositivi compatibili non potranno più ricevere alcun segnale televisivo.
Gli apparecchi
Dal 1° gennaio 2017 (come previsto dall’art. 3 della legge n. 11/2015) è vigente l’obbligo di vendere al pubblico solo apparecchi televisivi e decoder dotati di sintonizzatore Dvbt-2 con Hevc. Pertanto, gli apparecchi acquistati dopo tale data dovrebbero essere in grado di ricevere le nuove trasmissioni televisive senza ulteriori modifiche e/o aggiunte.
Occorre, comunque, verificare le caratteristiche dell’apparecchio, accertandosi che siano presenti entrambe le caratteristiche (Dvbt-2 e Hevc 10), in quanto taluni apparecchi, pur in grado di decodificare correttamente segnali in Dvbt-2, non garantiscono la decodifica dell’Hevc 10.
Per accertarsi se i televisori e/o i decoder sono in grado di ricevere programmi in Dvbt-2 Hevc-10, dovrebbero essere attivati nelle prossime settimane dei segnali test (costituiti da cartelli statici) da parte della Rai e di altri broadcaster nazionali.
Una volta che tali segnali saranno resi disponibili, sarà, pertanto, molto semplice verificare se il proprio televisore e/o decoder è già in grado di ricevere programmi con tali codifiche.
Tv e decoder: disponibilità e costi
Mentre i decoder per la ricezione di segnali in Dvbt-2 Hevc-10 hanno costi che partono da poche decine di euro (talvolta costano addirittura meno dello sconto praticato con il bonus ministeriale), i televisori hanno prezzi decisamente più elevati.
Ovviamente tali prezzi dipendono dalle dimensioni dello schermo e dalla sofisticazione tecnologica dell’apparecchio televisivo (per un apparecchio da 32” si dovrebbe partire da circa 200 euro). Apparecchi di minori dimensioni (adatti, pertanto, come secondi schermi in ambienti quali la cucina o la camera da letto), possono costare anche meno di 100 euro. (FC)
(Nella foto: la sede principale del MiSe a Roma. Dal sito del MiSe)
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