Uno dei nodi più cruciali nel settore delle tlc che sarà chiamata a sciogliere la nuova maggioranza di governo è quello della nomina dei componenti dell’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni.
Come noto, l’attuale Consiglio è scaduto dal proprio mandato a fine luglio e opera ora in regime di prorogatio per 60 giorni (tale regime è, tuttavia, limitato agli atti di ordinaria amministrazione).
E’ immaginabile che, dopo la fiducia al nuovo Governo, che dovrà essere data dai due rami del Parlamento lunedì e martedì prossimi, le due Camere calendarizzeranno l’elezione dei componenti dell’Agcom in tempi stretti.
L’Agcom è costituita da 5 membri: il Presidente e 4 Commissari. I componenti dell’Autorità vengono eletti dal Parlamento (due dalla Camera, due dal Senato) mentre il presidente viene nominato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, d’intesa con il Ministro dello Sviluppo Economico, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti.
Per il settore radiotelevisivo, l’Agcom rappresenta certamente l’autorità di riferimento; tra i numerosi procedimenti che dovranno essere adottati dall’Autorità nei prossimi mesi, si ricorda, tra l’altro, l’aggiornamento del Regolamento per la radiofonia digitale e il nuovo piano di assegnazione delle frequenze per il Dab+. Per la televisione, entro il corrente anno dovrà essere avviato l’aggiornamento del Piano Lcn. L’art. 1, comma 1035 della legge di bilancio 2018, come modificato dalla legge di bilancio 2019, prevede, infatti, che “l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni aggiorna il piano di numerazione automatica dei canali del servizio televisivo digitale terrestre e le modalità di attribuzione dei numeri entro il 31 dicembre 2019”.
(Nella foto: il presidente Agcom uscente, Angelo Marcello Cardani, a un convegno Aeranti-Corallo)