L’art. 14, comma 2 del Ddl Bilancio 2019, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, dove è stato rubricato con il n. AC 1334, prevede quanto segue:
Art. 14 (Canone RAI)
(…)
2. All’articolo 1, comma 160, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, le parole: « Per gli anni dal 2016 al 2018 » sono sostituite dalle seguenti: « A decorrere dall’anno 2016 » e le parole: « per ciascuno degli anni 2017 e 2018 » sono sostituite dalle seguenti: « a decorrere dall’anno 2017 ».
(…)
Per comodità di lettura, si riporta, qui di seguito, il testo coordinato delle disposizioni di legge di cui è stata proposta la modifica dalla norma soprariportata
(Art. 1, comma 160 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, come da ultimo modificato dall’art. 57 del DL 24 aprile n. 50, convertito dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, nel testo modificato dall’art. 14, comma 2 del ddl Bilancio 2019 (AC 1334). Le modifiche introdotte da quest’ultimo sono evidenziate in carattere grassetto)
160. A decorrere dall’anno 2016, le eventuali maggiori entrate versate a titolo di canone di abbonamento alla televisione rispetto alle somme gia’ iscritte a tale titolo nel bilancio di previsione per l’anno 2016 sono riversate all’Erario per una quota pari al 33 per cento del loro ammontare per l’anno 2016 e del 50 per cento a decorrere dall’anno 2017, per essere destinate: a) all’ampliamento sino ad euro 8.000 della soglia reddituale prevista dall’articolo 1, comma 132, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ai fini della esenzione dal pagamento del canone di abbonamento televisivo in favore di soggetti di eta’ pari o superiore a settantacinque anni; b) al finanziamento, fino ad un importo massimo di 125 milioni di euro in ragione d’anno, del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze; c) al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, di cui all’articolo 1, comma 431, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, e successive modificazioni. Le somme di cui al presente comma sono ripartite con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, che stabilisce altresi’ le modalita’ di fruizione dell’esenzione di cui alla lettera a), ferma restando l’assegnazione alla societa’ RAI-Radiotelevisione italiana Spa della restante quota delle eventuali maggiori entrate versate a titolo di canone di abbonamento. Le quote delle entrate del canone di abbonamento gia’ destinate dalla legislazione vigente a specifiche finalita’ sono attribuite sulla base dell’ammontare delle predette somme iscritte nel bilancio di previsione per l’anno 2016, ovvero dell’ammontare versato al predetto titolo nell’esercizio di riferimento, se inferiore alla previsione per il 2016. Le somme di cui al presente comma non impegnate in ciascun esercizio possono esserlo in quello successivo.
Nota di lettura:
L’Art. 14, comma 2 del ddl AC 1334 (Bilancio 2019) prevede che le somme riguardanti il cosiddetto “extragettito del canone Rai” finanzino il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione di cui alla legge 26 ottobre 2016, n. 198, anche per gli anni successivi al 2018 (originariamente, l’extragettito era, invece, previsto solo per gli anni dal 2016 al 2018).
L’importo fissato per tale extragettito (come da ultimo previsto dall’art. 57 del DL n. 50/2017 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96/2017) è pari a un massimo di euro 125 milioni per ogni anno (suddivisi al 50% tra emittenza radiotelevisiva locale e carta stampata). La quota destinata ai contributi annuali per tv e radio locali previsti dal DPR n .146/2017, recepito dalla legge n. 108/2018, erogati dal Ministero dello Sviluppo economico, è prevista, pertanto, dal disegno di legge, a decorrere dal 1° gennaio 2019, di euro 62,5 milioni annui. Da tale importo deve, poi, essere detratta la quota per gli investimenti pubblicitari incrementali, fissata annualmente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con DPCM (ricordiamo che per l’anno 2018 tale quota è di euro 12,5 milioni). Conseguentemente, in caso di conferma dell’attuale stanziamento previsto per la pubblicità incrementale, l’importo dei contributi per l‘emittenza locale, a decorrere dall’anno 2019, sarebbe previsto per un massimo di euro 50 milioni annui.