(23 dicembre 2020) Il cd “decreto indennizzi”, il cui contenuto è stato pubblicato nel sito internet del Ministero dello Sviluppo economico lo scorso 16 dicembre (qui il testo), prevede che le risorse stanziate per l’indennizzo dei diritti di uso delle frequenze attualmente esercite dagli operatori di rete in ambito locale (al netto dell’accantonamento dell’1% per far fronte a circostanze sopravvenute da cui derivino oneri aggiuntivi a carico della procedura) ammontino complessivamente a euro 301.158.000, tenendo conto sia della popolazione complessivamente residente nelle province oggetto dei diritti d’uso e delle autorizzazioni temporanee, sia degli impianti legittimamente eserciti.
In particolare, il decreto prevede che € 25.000.000 siano da destinare al calcolo dell’indennizzo basato sul numero complessivo di impianti legittimamente eserciti; inoltre, € 276.158.000 sono da destinare al calcolo dell’indennizzo basato sulla popolazione residente nelle province oggetto dei diritti d’uso e delle autorizzazioni temporanee.
Affrontiamo la prima parte della questione, cioè la determinazione del valore unitario di ciascun impianto, che si ottiene dividendo lo stanziamento di € 25.000.000 per il numero totale di impianti legittimamente eserciti.
Per poterci fare un’idea di quale possa essere tale valore unitario, occorre verificare il numero totale degli impianti di diffusione e dividere la somma di euro 25.000.000,00 per tale numero.
Da una verifica fatta da Aeranti-Corallo sul catasto degli impianti tenuto dall’Agcom (nella sezione pubblica dello stesso, accessibile a questo link), emerge che le tv locali eserciscono poco più di seimila impianti (esattamente 6.119).
Elaborando i dati del catasto, si evidenzia che la regione con il maggior numero di impianti per ciascun mux è la Liguria (con una media di 25,2 impianti) mentre la regione con il minor numero di impianti per mux è la Calabria (con 4,2 impianti per mux).
Effettuando il calcolo sopra indicato (cioè dividendo i 25 milioni di euro della quota destinata dal decreto indennizzi al calcolo basato sul numero complessivo di impianti), si ottiene il risultato di circa 4.085 euro per ciascun impianto.
Tale valore potrebbe risultare leggermente diverso in fase di liquidazione delle somme da parte del Ministero, in quanto la fonte dei dati da cui attingerà il MiSe è il Registro Nazionale delle Frequenze (i cui dati, tuttavia, non sono pubblici).
(Nella tabella, la media degli impianti utilizzati per ciascun mux, ordinati per regione. Elaborazione Aeranti-Corallo su dati Catasto delle frequenze Agcom)