Intervento dell’avv. Marco Rossignoli, presidente AER e coordinatore delegato del Coordinamento AER – ANTI – CORALLO in apertura del Convegno di Napoli del 6 ottobre 1998 sul tema “Con AER – ANTI – CORALLO per la pianificazione delle frequenze televisive attraverso la ottimizzazione, razionalizzazione e compatibilizzazione degli impianti esistenti”

INTERVENTO DELL’AVV. MARCO ROSSIGNOLI, PRESIDENTE AER E COORDINATORE DELEGATO DEL COORDINAMENTO AER – ANTI – CORALLO IN APERTURA DEL CONVEGNO DI NAPOLI DEL 6 OTTOBRE 1998 SUL TEMA “CON AER – ANTI – CORALLO PER LA PIANIFICAZIONE DELLE FREQUENZE TELEVISIVE ATTRAVERSO LA OTTIMIZZAZIONE, RAZIONALIZZAZIONE E COMPATIBILIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI ESISTENTI.

 

Voglio innanzitutto salutare tutti gli editori radiotelevisivi presenti e ringraziarli per essere intervenuti.
Ringrazio inoltre per la partecipazione :

  • Il sottosegretario alle comunicazioni on. Vita
  • I commissari dell’Authority dott. Meocci e avv. Gargani
  • L’ing. Serafini dirigente della divisione diffusione e trasmissione della Rai.

Voglio inoltre cogliere l’occasione per partecipare che il 30 settembre si e’ formalmente costituito il coordinamento aer-anti-corallo.
Il coordinamento e’ pertanto divenuto ad ogni effetto una realta’ che rappresenta 1269 imprese del settore di cui 326 imprese televisive locali e 943 imprese radiofoniche.
Il coordinamento aer, anti, corallo e’ dunque una realta’ che rappresenta oltre il 50% delle imprese televisive locali operanti e oltre il 70% delle imprese radiofoniche operanti.
Una realta’ dunque di cui governo, ministero delle comunicazioni e authority non possono non tenere conto.
Oggi il coordinamento aer, anti, corallo ha organizzato, qui a napoli, una giornata nazionale di protesta contro l’azzeramento dei siti e degli impianti esistenti. Tutti gli operatori del settore hanno avuto modo di conoscere l’elenco di molti siti che si vorrebbero sopprimere.
Con la manifestazione odierna vogliamo protestare contro il progetto del ministero delle comunicazioni e dell’authority di emanare un piano delle frequenze che azzeri l’esistente e per affermare, allo stesso tempo, l’esigenza di un piano basato sulla ottimizzazione, sulla razionalizzazione e sulla compatibilizzazione degli impianti esistenti.
Oggi siamo riuniti, qui a napoli, a poche centinaia di metri dalla sede dell’authority, per chiedere con decisione che il piano delle frequenze non preveda l’azzeramento di siti e impianti cancellando oltre venti anni di attivita’ delle nostre imprese.
E’ bene comunque chiarire che noi non siamo contro il piano, ma che siamo invece contro il modo di pianificare avviato dal ministero delle comunicazioni e ora portato avanti dall’authority. Obiettivo di un piano delle frequenze deve essere esclusivamente quello di un uso corretto e regolato dell’etere.

Un piano delle frequenze deve infatti consentire :

  • L’ottimizzazione delle utilizzazioni radioelettriche ;
  • L’eliminazione di tutte le situazioni interferenziali ;
  • La risoluzione delle problematiche del cosiddetto inquinamento elettromagnetico.

Noi riteniamo che tali obiettivi tecnici possano essere conseguiti, nel pieno rispetto delle disposizioni previste dalla legge 249 del 1997, che vincolano l’attivita’ dell’authority, attraverso l’ottimizzazione, la razionalizzazione e la compatibilizzazione degli impianti esistenti e che quindi debba essere accantonato il progetto di pianificazione che prevede la definizione di bacini, siti e frequenze attuata senza tenere in alcun conto l’esistente (e quindi attuata attraverso un azzeramento dell’esistente e una ridefinizione del tutto).

Il progetto di pianificazione del ministero e dell’authority, stante la specificita’ della situazione italiana ove le emittenti operano da oltre venti anni con una sorta di pianificazione di fatto ha come immediate conseguenze :

  • Una drastica riduzione del numero delle emittenti televisive locali (secondo i nostri calcoli non piu’ di 70-80 emittenti sopravviverebbero) ;
  • Una drastica riduzione del numero degli impianti eserciti dalle emittenti televisive locali ;
  • La totale vanificazione di tuti gli investimenti fino ad oggi operati ;
  • Il dissesto finanziario delle emittenti che dovranno cessare l’attivita’ con conseguente perdita dei posti di lavoro dei relativi dipendenti ;
  • L’esigenza dei telespettatori di modificare tutti i propri impianti di ricezione, con conseguenti costi e disagi ;

Diversamente, signori, il nostro progetto di pianificare consentirebbe :

  • La valorizzazione degli investimenti operati negli anni dalle nostre imprese (a seguito del miglioramento dei segnali irradiati e della relativa copertura) ;
  • Il miglioramento della ricezione di ogni singola stazione da parte dei telespettatori.

Il nostro progetto, (che verra’ illustrato sotto il profilo tecnico dal prof. Liberatore, titolare della cattedra di elettronica presso l’universita’ di ingegneria di firenze, che presentera’ anche uno studio particolarmente significativo relativo alla regione marche che prova la fondatezza delle nostre tesi), il nostro progetto, dicevo, non ha a nostro parere particolari controindicazioni tecniche rispetto al progetto di azzeramento in quanto sarebbe certamente idoneo a risolvere le problematiche radioelettriche, ambientali, e igienico sanitarie connesse all’esercizio degli impianti televisivi.
E allora signori – ci domandiamo perche’ viene portato avanti il progetto di azzeramento dell’esistente, perche’ si vuole fare tabula rasa di oltre venti anni di attivita’ radiotelevisiva.
Ecco allora che emerge l’obiettivo politico del piano : quello di liberare risorse (cioe’ di liberare canale delle tv locali) per dare a tmc e tmc 2 un numero di canali analogo a quelli delle reti rai e delle reti mediaset.
Un obiettivo politico dapprima perseguito attraverso l’assegnazione a tmc e tmc 2 della maggior parte dei canali dismessi da telepiu’ tre e ora portato avanti con il progetto di piano svincolato dall’esistente.
Gia’ in occasione del convegno di roma del 25 marzo avevamo contestato la pretesa di tmc di ampliare la propria copertura senza acquistare impianti da altre emittenti come hanno fatto e stanno facendo tutte le imprese del settore.
Il sottosegretario vita in quella sede aveva affermato che non c’era motivo di preoccuparsi, ma tutti noi abbiamo visto come le cose sono invece andate.

E allora signori – qui a napoli, chiedamo al governo e al ministero di rivedere la propria posizione sul piano, condividendo la posizione delle forze politiche di maggioranza (come ppi e rinnovamento italiano) e di opposizione che attraverso le decine di interrogazioni parlamentari presentate hanno chiaramente manifestato il proprio dissenso dal piano basato sull’azzeramento. Non chiediamo garanzie generiche di salvaguardia dei siti e degli impianti. Chiediamo invece dati e impegni precisi. Chiediamo inoltre all’authority di pianificare attraverso la ottimizzazione, la razionalizzazione e la compatibilizzazione degli impianti esistenti.

Riteniamo infatti che le norme vigenti permettano all’authority di procedere in questo senso. Infatti, tutti i criteri di pianificazione previsti dalla legge 249/97 sono sicuramente compatibili con il nostro progetto, e inoltre anche tutti gli interventi normativi che si sono susseguiti in materia successivamente all’entrata in vigore della legge mammi’ sono certamente orientati ad un processo di razionalizzazione del settore che ha come logica conseguenza esclusivamente una pianificazione attuata attraverso la ottimizzazione, e la compatibilizzazione dell’esistente .
Che senso avrebbe avuto permettere le compravendite degli impianti, se il piano azzerasse tali operazioni ? !
Che senso avrebbe avuto l’emanazione della legge 122 del 30 aprile di quest’anno – per la quale anche il sottosegretario vita si e’ ampiamente impegnato e qui bisogna darne atto, se l’attivita’ di ottimizzazione e compatibilizzazione prevista da tale legge che deve essere avviata dagli ispettorati territoriali, venisse azzerata dal piano ? !
Che senso avrebbe avuto la previsione – nel disegno di legge 1138 attualmente all’esame del senato – delle cosiddette dismissioni incentivate (cioe’ la corresponsione di una sorta di indennizzo da parte dello stato a favore di coloro che cesseranno l’attivita’) di fronte ad un azzeramento dell’esistente ! !
La soluzione proposta dal coordimento aer, anti, corallo dovrebbe inoltre contenere al minimo il contenzioso giudiziale contro il piano, che diversamente potrebbe essere molto vasto. In conclusione signori se si pianifichera’ come noi proponiamo e auspichiamo si perseguira’ effettivamente l’obiettivo di un uso corretto e regolato dell’etere. Se invece si pianifichera’ come se le emittenti non esistessero, cioe’ senza tenere conto di 22 anni di attivita’, si otterra’ esclusivamente il risultato di spazzare via le tv locali e con loro il pluralismo dell’informazione.