Ipotesi redatta dal Coordinamento AER – ANTI – CORALLO di pianificazione televisiva nella Regione Marche attraverso la compatibilizzazione, l’ottimizzazione e razionalizzazione degli impianti esistenti

   IPOTESI DI PIANIFICAZIONE TELEVISIVA NELLA REGIONE MARCHE ATTRAVERSO LA COMPATIBILIZZAZIONE, L’OTTIMIZZAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI ESISTENTI


Premessa

Con il presente lavoro si cercherà di dimostrare l’opportunità di procedere ad una pianificazione delle frequenze mediante la razionalizzazione, ottimizzazione e compatibilizzazione degli impianti esistenti anziché mediante una riassegnazione delle frequenze, individuate mediante uno studio teorico, così come avvenne in occasione del piano nazionale di assegnazione approvato a suo tempo con DPR 20/1/92.

 

Dopo una breve accenno agli eventi ed ai motivi che hanno determinato l’attuale situazione degli impianti televisivi, si è proceduto alla elaborazione di una ipotesi di piano per la regione Marche che prevede l’utilizzazione degli impianti esistenti; i risultati sono, poi, messi a confronto con quanto previsto dal piano nazionale del DPR 20/1/92.

L’ipotesi di pianificazione di cui sopra prevede le stesse aree di servizio delle postazioni individuate dal DPR 20/1/92 con ERP maggiore di 1 KW e, con esse, si confronta.

La stessa ipotesi viene, infine, confrontata con la recente individuazione dei siti predisposta dal Ministero delle Cominicazioni e sottoposta al parere delle regione Marche, propedeutica alla elaborazione di un nuovo piano di assegnazione delle frequenze.

I dati descritti negli allegati “A” e “B” potrebbero contenere qualche imprecisione, stante la nota e continua variabilità delle situazioni.

 

Analisi ed elaborazione

 

Con l’avvento della legge 223/90 veniva a cessare l’occupazione delle frequenze destinate alla Radiodiffusione Televisiva ad opera delle emittenti private: occupazione incontrollata ma, salvo eccezioni, attenta e consapevole del fatto che le frequenze a disposizione non sono un bene illimitato.

Infatti, la consapevolezza di cui sopra, aveva indotto l’emittenza privata a far tesoro delle esperienze maturate sul campo e, quindi, a costruire e posizionare i propri impianti in modo tale da poterne sfruttare al massimo le potenzialità, in relazione sia alle aree di servizio interessate e sia ai problemi di compatibilità elettromagnetica con gli altri impianti.

La legge 223/90, tra l’altro, si prefiggeva di fotografare, congelandola fino all’approvazione di un “piano di assegnazione delle frequenze”, la reale situazione degli impianti in esercizio alla sua entrata in vigore, stabilendone così il numero, le caratteristiche tecniche, la dislocazione e la proprietà sulla base delle dichiarazioni rese dalle emittenti.

Da allora, sino ad oggi, lo stato degli impianti si è, comunque, evoluto, sia nel numero che nelle caratteristiche tecniche, attraverso un procedimento di eliminazione di quelli non indispensabili, di modifiche autorizzate allo scopo di risolvere problemi di incompatibilità e. m., o di trasferimento degli impianti stessi in postazioni più idonee.

Si può dire che quel periodo di “spontanea sperimentazione” è proseguito sino ad oggi per quanto permesso dalla legge 223/90, per le necessità di migliorare lo sfruttamento degli impianti censiti nonostante i limiti e le difficoltà introdotte dalla medesima legge.

Si è arrivati, così, ad una situazione di esercizio degli impianti che può essere riassunta secondo quanto descritto nelle tabelle di cui all’allegato “A”, redatte secondo quanto previsto dal contratto di servizio per l’emittenza pubblica e da quanto denunciato dall’emittenza privata ai sensi della l. 223/90; i dati sono aggiornati per effetto dell’evoluzione di cui sopra.

Nelle tabelle vengono descritti gli impianti in base alla loro ubicazione, il canale di trasmissione e la potenza del trasmettitore espressa in KW, (per potenza uguale a 0,00 si intende: potenza del trasmettitore inferiore a 10 W) e sono raggruppati per provincia, emittente per emittente, nazionali e locali.

Dall’analisi delle stesse tabelle risulta che nella regione Marche, oltre alle tre reti RAI, operano le reti nazionali Mediaset e TMC, con copertura regionale, le nazionali TMC2, TELE +1 e 2, più altre quattro, con copertura più limitata, per un totale di 14 emittenti concessionarie nazionali.

Per quanto riguarda le locali, ne possiamo notare due, a buona copertura regionale, altre due con minore copertura, altre a copertura provinciale o sub-provinciale, altre ancora (con sede in Emilia R.) che interessano soprattutto la zona Nord della provincia di Pesaro, per un totale di 24 emittenti locali.

Risulta pure evidente che gli impianti sono quasi sempre raggruppati ed installati presso la stessa località, scelta e ritenuta più idonea, per l’area di servizio da realizzare.

Gli impianti impiegati per la copertura del territorio risultano essere circa 210 per le tre reti RAI, 398 per le reti nazionali private e 291 per le locali; la RAI utilizza circa 70 impianti per rete con una copertura di tipo “capillare“, Mediaset 84 per rete con un’ottima copertura, mentre la locale, utilizza circa 53 impianti, per ottenere una buona copertura della regione Marche.

Che la RAI possa realizzare una migliore copertura con minor numero di impianti può essere solo dovuto al fatto che abbia potuto realizzare e tutelare impianti importanti come quello di M. Nerone, M. Conero, Colle S. Marco ed altri di minore entità, che, da soli, provvedono per gran parte del territorio marchigiano.

Nell’allegato “B” vengono descritti gli impianti censiti ai sensi della legge 223/90 ed installati presso le postazioni che si intendono confrontare con quelle individuate dal Piano Naz.le di Assegnazione delle Frequenze ( DPR del 20/1/92; detti impianti risultano essere 178 per le postazioni pianificate con ERP maggiore o uguale a 1 KW e 84 per quelle pianificate con potenza ERP minore di 1 KW, maggiore o uguale a 200 W; mentre per la RAI risultano essere 21 e 33, rispettivamente.

Tenendo conto degli impianti di cui sopra si è elaborata una ipotesi di pianificazione che si è limitata a prendere in esame le postazioni oggetto del DPR 20/1/92 con potenza ERP maggiore o uguale a 1 KW in quanto, da esse, dipendono poi le scelte sulle frequenze da assegnare alle postazioni con minor potenza, caratterizzate, quindi, da minore potere interferenziale e più disponibilità di frequenze mano a mano che i bacini di utenza da realizzare si riducono di dimensioni.

Tale metodo, adottato fino ad ora dalla RAI, per estendere le proprie reti, ha dato e sta dando ottimi risultati tanto da permettere, alla RAI stessa, di portare il proprio segnale anche nelle più piccole comunità, nonostante il noto ed intenso sfruttamento delle frequenze televisive.

Il risultato della ipotesi di cui sopra viene riportato nelle tabelle di cui all’allegato “C” e risulta evidente la maggiore disponibiltà di frequenze rispetto a quanto previsto dal piano del DPR 20/1/92: maggiore disponibilità, di quasi 60 impianti, preziosa per assicurare i mezzi di trasmissione ad un maggior numero di emittenti, almeno 6, rispetto a quelle previste dal piano; tale numero non è certamente da sottovalutare se si considera che le postazioni in esame, assicurerebbero il servizio sulla maggior parte del territorio più densamente popolato.

Il confronto, postazione per postazione viene evidenziato nella tabella sottoriportata.

 

Postazioni

                          quantità canali utilizzabili

ERP > 1KW  PIANO

IPOTESI (all.”C”)

FREQ.(DPR 20.1.92)

  • M. Conero

26

20

  • Posatora
                          19                           13
  • M. Ascensione
                      14 +2                           14
  • Colle S.Marco
                         18                           11
  • M. D’Aria
                         11                            6
  • Fabriano
                         26                          22
  • Novilara
                        19                         12
  • S.Veneranda
                        11                        13
  • M.Petrano
                        11                          8
  • Fossombrone
                       16                        11
  • M.S.Paolo
                       20                        15
  • M.Pincio
                      11                          0

TOTALI

                202 + 2                     145

 

Il riferimento all’esistente, come punto di partenza per la elaborazione della ipotesi in argomento, non può essere non affidabile e ciò in quanto, l’attuale situazione degli impianti è il risultato di una ventennale operazione di assestamento e razionalizzazione nello sfruttamento delle risorse disponibili.

Preso atto di quanto sopra non può essere considerato che estremamente illogico ed improduttivo azzerare una situazione collaudata, per determinarne un’altra del tutto nuova e scollegata con l’effettiva realtà, la quale, oltre a non produrre vantaggi in termini di disponibilità di frequenze , sarebbe sicuramente fonte di gravosi e insostenibili costi economici, sia per l’adeguamento degli impianti e sia per la forzosa rinuncia a bacini di utenza di notevole interesse estesi per carenza di frequenze nelle aree di maggior interesse.

Danni economici e comunque disagi da non sottovalutare, sarebbero causati all’utenza che dovrebbe riposizionare ed adeguare i propri impianti riceventi, ad una situazione del tutto diversa da quella consolidata negli anni.

Vengono illustrati, qui di seguito, i criteri adottati per l’elaborazione della ipotesi di pianificazione di cui all’allegato “C”.

Si è partiti dalle postazioni di M. Conero e di Posatora ritenute quelle di maggior interesse per l’estensione dei bacini di utenza e per la loro posizione geografica rispetto al territorio marchigiano in esame; tra parentesi vengono indicati il numero dei canali, compresi quelli RAI, previsti dal piano di cui al DPR 20/1/92; le potenze riportate in tabella sono quelle degli impianti dichiarati ai sensi della legge 223/90 e sono puramente indicative nel senso che andrebbero dimensionate in relazione ai sistemi radianti adottati ed alle effettive esigenze di compatibilizzazione ed ottimizzazione da rilevare in sede sperimentale.

    • Per le postazioni di M. Conero (20) (versanti nord e sud) fermo restando gli attuali siti, sarebbero utilizzabili almeno 26 impianti compatibili con la postazione di Posatora (13) dove sarebbero utilizzabili 19 impianti;
    • Sulla postazione di M. Ascensione(14) potrebbero essere utilizzati 13 impianti (più 63 e 58 se opportunamente dimensionati per più limitati bacini di utenza) da dimensionare secondo le esigenze di compatibilità e. m. con gli impianti di M. Conero, Posatora e Colle S. Marco;
    • Sulla postazione di Colle S. Marco (11) potrebbero essere utilizzati 18 impianti che con alcuni impianti di M. Ascensione assicurano il servizio soprattutto su Ascoli Piceno e vallata fino a Porto D’Ascoli;
    • Sulla postazione di M. D’Aria (6) potrebbero essere utilizzati 11 impianti per il bacino di utenza Camerino e vallata versante Matelica, compatibili con la postazione di Fabriano (22) dove potrebbero essere utilizzati 26 impianti, compresi quelli di M.Cucco e Poggio S. Romualdo, con possibilità di individuare ulteriori disponibilità;
    • Sulla postazione di Novilara (12) potrebbero essere utilizzati almeno 19 impianti per il servizio su Pesaro e vallata del Foglia unitamente alla postazione di S. Veneranda (13) dove potrebbero essere utilizzati ulteriori 11 impianti per una disponibilità totale di 30 impianti contro i 25 del piano;
    • Sulla postazione di M. Petrano (8) potrebbero essere utilizzati almeno 11 impianti per integrare e completare il servizio di postazioni locali che interessano le città di Urbino, Cagli, Urbania, Fermignano e limitrofe;
    • Sulla postazione di Fossombrone (11) potrebbero essere utilizzati almeno 13 impianti che, con quelli di Fontecorniale ( minimo 3 impianti non previsti dal piano) assicurano il servizio sulla valle del Metauro fino a Fano, compatibili, in particolare, con le postazioni di Posatora e Novilara;
    • sulle postazioni di M. S. Paolo (15) e M. Pincio (0), indispensabili per la copertura della parte nord e alto Montefeltro della provincia di Pesaro, sono ora eserciti 20 impianti (S.Paolo) e 11 impianti (M. Pincio) tutti utilizzabili, anche per la copertura del territorio interessante la provincia di Rimini, dopo interventi di compatibilizzazione (esclusa la loro completa disattivazione) con altri impianti interessanti, in particolare, le città di Pesaro e Urbino.

L’elaborazione si ferma a queste postazioni in quanto sufficiente allo scopo cui il presente elaborato si è prefisso.

Pur non conoscendo le frequenze che sarebbero utilizzate, è possibile porre a confronto l’ipotesi in argomento con l’individuazione dei siti, propedeutica alla elaborazione di un nuovo piano di assegnazione delle frequenze, predisposta dal Ministero delle Comunicazioni ed inviata alla regione Marche per il relativo parere.

I siti proposti dal Ministero prevedono la soppressione, rispetto a quelli esistenti, delle postazioni di Colle S. Marco, M. D’Aria, M.S. Paolo, M.Pincio, Montefalcone, Novilara col presupposto che le rispettive aree di servizio sarebbero coperte da altre postazioni.

Il presupposto di cui sopra è risultato infondato pertanto, è ipotizzabile, oltre che un drastico sconvolgimento dell’esistente, una ulteriore penalizzazione in termini di disponibilità delle risorse.