(20 settembre 2023) Cosa fa di un pur buon microfono uno strumento adatto per produzioni broadcast? Se lo sono chiesto i membri della Professional Audio Manufacturers Alliance, in sigla PAMA, tra i cui associati figurano i più noti marchi dell’audio professionale.
Per cercare una risposta, PAMA ha dunque effettuato un sondaggio di opinione tra alcuni dei suoi più qualificati ’addetti ai lavori’ che si occupano di suono per l’ambito radiotelevisivo.
Di questa carrellata di interessanti opinioni ha reso conto la rivista internazionale Radio World nel suo numero di settembre 2023.
Prendiamo spunto da tale lavoro per sintetizzare alcune considerazioni che possano tornare utili a chi stia valutando di rinnovare la dotazione microfonica della propria emittente.
Diversi, ma con punti in comune
La gamma dei microfoni in questione è ampia. Si parla di microfoni per la diretta radiofonica, di microfoni a fucile installati sulle telecamere o sulle aste per interviste in esterna, così come di microfoni portatili per interviste radiofoniche o televisive; ed ancora ci sono i cosiddetti Lavalier per “microfonare” i conduttori di telegionale o i conduttori dei programmi e i loro ospiti.
Nonostante tale eterogeneità, dalle opinioni raccolte sono emersi alcuni elementi salienti e condivisi.
Tra questi, il fatto che un microfono di standard broadcast debba essere realmente adattabile alle esigenze specifiche dell’utente; un altro aspetto riguarda la robustezza, dal momento che spesso tale strumento è utilizzato in condizioni ambientali stressanti, in esterna o negli studi per le dirette, a differenza dei microfoni da studio di registrazione, che sono ambienti certamente “protetti”.
Nel novero dei microfoni affini a quelli per il broadcasting non vanno trascurati quelli destinati alla produzione di podcast, che tipicamente sono microfoni USB ipercardioidi.
Opinioni qualificate
Gary Boss di Audio-Technica ha sottolineato come spesso nel broadcast i microfoni siano utilizzati come compendio della telecamera e dunque maneggiati da tecnici video non necessariamente molto esperti di suono; quindi la facilità d’uso va messa in cima alla lista delle considerazioni da fare in fase di acquisto.
Dal punto di vista sonoro poi, l’aspetto cruciale per i microfoni impiegati per le interviste è ovviamente l’intelligibilità vocale, quindi è bene verificare in questi casi che il prodotto preso in considerazione garantisca, innanzitutto, una curva sonora adeguata relativamente alle frequenze della voce umana (tra 70 e 150 Hz per una voce maschile, tra 150 e 250 Hz per una voce femminile, tra 250 e 350 Hz per una voce di bambino).
Infine, se si fosse interessati ai microfoni a condensatore direzionali (i cosiddetti “fucili”) per riprese in esterna, serve ricordare che al momento del loro impiego vengono utilizzati con un guadagno piuttosto elevato, quindi una caratteristica importante è che abbiano filtri adeguati a garantire un basso livello di rumore di fondo.
Chris Hansen di Harman International ha fatto notare che, solo pochi anni fa, i microfoni USB erano considerati dispositivi audio di modesta qualità, adatti agli appassionati di produzioni domestiche amatoriali, ma oggi, a seguito del vero e proprio boom del podcasting (anche a seguito della pandemia), molte persone che un tempo si consideravano semplici hobbisti ora si pongono ambizioni professionali e si aspettano risultati adeguati dai propri apparati sonori.
Per questo oggi vediamo sul mercato microfoni USB in grado di fornire anche un’uscita audio a 96 kHz, cioè ad alta risoluzione e paragonabile ad un microfono XLR analogico con conversione di alta qualità da un’interfaccia audio esterna.
Questi ecosistemi produttivi sono spesso assai diversi: c’è chi ascolta utilizzando dei veri e propri monitor da studio, altri ascoltano in cuffia, persino usando cuffie Bluetooth. Questo fa si che la scelta debba poter comprendere prodotti multipiattaforma e indipendenti dai formati con cui interagiscono.
John Born di Shure, ha ricordato che l’uso quotidiano mette a dura prova un microfono broadcast, quindi tali prodotti devono poter offrire un’eccellente qualità audio anche in presenza di svariati fattori ambientali (quali il calore, l’umidità o la vera e propria pioggia), garantendo adeguata protezione degli innesti e una robusta struttura meccanica.
Tali caratteristiche vanno a beneficio della durata di vita del microfono e questo è un aspetto che interessa molto a chi gestisce i budget dell’emittente. In tal senso è bene che il microfono sia progettato con componenti modulari e dunque sostituibili, così da allungare il più possibile la vita del prodotto nel suo insieme.
Dennis Stegemerten di Sennheiser, ha infine dichiarato che, oltre alla qualità audio e alla robustezza, anche l’aspetto estetico del microfono può rappresentare un aspetto degno di nota. Un microfono broadcast, oltre ad esserlo per le sue specifiche tecniche, deve anche apparire professionale. (AR)
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