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Sommario:
- 25 gennaio: manifestazione nazionale unitaria per il nostro diritto all’informazione
- Notizie in breve
Presentazione della manifestazione unitaria delle associazioni radiotelevisive in difesa del diritto dell’emittenza locale di trasmettere informazione politica e del diritto dei cittadini di essere informati.
Sono invitati gli editori radiotelevisivi, i giornalisti, i parlamentari e i rappresentanti delle forze politiche.
25 GENNAIO: MANIFESTAZIONE NAZIONALE UNITARIA PER IL NOSTRO DIRITTO ALL’INFORMAZIONE
Le imprese radiotelevisive aderenti al Coordinamento Aer, Anti e Corallo, nonché a Frt e Terzo Polo, trasmetteranno per l’intera giornata servizi e interviste, anche in diretta via satellite. L’iniziativa sarà presentata il giorno stesso, alle ore 11, all’Hotel Nazionale, in piazza Montecitorio a Roma
■ Martedì 25 gennaio sarà una giornata di grande mobilitazione nazionale unitaria di tutte le imprese radiofoniche e televisive locali associate al Coordinamento Aer-Anti-Corallo, nonché ad Frt e Terzo Polo, per manifestare le giuste ragioni dell’emittenza locale, che chiede tutela del proprio diritto all’informazione attraverso l’esclusione dalle norme sulla cosiddetta par condicio, attualmente all’esame della Camera: un tema particolarmente importante per il settore, sul quale è stata raggiunta per la prima volta una totale convergenza con le altre associazioni. Questo è un segnale molto importante: ci auguriamo pertanto che il mondo politico sappia coglierne il significato. Nel corso dell’intera giornata le antenne locali trasmetteranno numerosi servizi e interviste dedicati al tema in questione, anche con collegamenti in diretta via satellite. L’iniziativa verrà presentata il giorno stesso a Roma, all’Hotel Nazionale. Per il Coordinamento saranno presenti Marco Rossignoli, Eugenio Porta, Luigi Bardelli, Elena Porta e Fabrizio Berrini. All’incontro parteciperanno molti editori radiotelevisivi locali, giornalisti delle testate nazionali, parlamentari e rappresentanti delle forze politiche. Il Coordinamento Aer-Anti-Corallo, la Frt e il Terzo Polo ritengono infatti che la disciplina per l’emittenza locale contenuta nel disegno di legge sulla nuova par condicio, attualmente all’esame della Camera dei Deputati, sia inaccettabile., Infatti l’elevato numero di emittenti locali operanti e il loro diverso orientamento è di per sé garanzia di ampio pluralismo. Oltretutto un recentissimo sondaggio d’opinione promosso dal Coordinamento stesso (e di cui è stato dato ampio resoconto nel precedente numero di Teleradiofax), realizzato dall’Istituto di ricerca Arché di Milano all’inizio di gennaio, ha pure confermato che anche l’ampia maggioranza dell’opinione pubblica (66,8%) ritiene condivisibili tale tesi, e addirittura il 79,8% dichiara che considererebbe una violazione del proprio diritto ad essere informato l’eventuale impedimento alle radio e tv locali di fare propaganda elettorale. Per meglio comprendere la problematica riepiloghiamo l’attuale situazione del dibattito politico sul disegno di legge. Il testo approvato dal Senato all’art. 2 precisa che per “comunicazione politica” si intende qualunque programma di opinione e valutazione politica (tribune, dibattiti, tavole rotonde, contraddittori, confronti e interviste) con esclusione della diffusione delle notizie nei programmi di informazione. La RAI dovrà offrire obbligatoriamente tali spazi di comunicazione politica, mentre le emittenti private potranno valutare se offrirli o meno.
In ogni caso tali spazi saranno gratuiti e quindi le emittenti locali che eventualmente decidessero di trasmetterli non avranno diritto ad alcun compenso.
L’art. 3 riguarda gli spot ora chiamati “messaggi politici autoprodotti”. Tali messaggi potranno essere effettuati solo dalle emittenti che trasmetteranno i suddetti spazi di comunicazione politica gratuita, dovranno durare da un minimo di novanta secondi ad un massimo di tre minuti, non potranno interrompere altri programmi, dovranno avere una autonoma collocazione nella programmazione e dovranno essere trasmessi in appositi contenitori (massimo due al giorno). Nel testo approvato dal Senato i messaggi autogestiti potevano essere gratuiti o a pagamento e non potevano superare il cinquanta per cento della effettiva durata totale dei programmi di comunicazione politica trasmessi dall’emittente negli stessi giorni e nelle stesse fasce orarie. Secondo il testo licenziato dal Senato pertanto le emittenti locali sarebbero state costrette ad effettuare preventivamente spazi di comunicazione politica gratuiti per poter poi cedere messaggi autogestiti.
Tale soluzione era inaccettabile in quanto in tale modo le emittenti molto difficilmente sarebbero riuscite a cedere messaggi autogestiti e non avrebbero neppure potuto ottenere il rimborso dei costi sostenuti per gli spazi di comunicazione politica. Conseguentemente la quasi totalità delle emittenti non avrebbe effettuato trasmissioni politiche. Nel dibattito sviluppatosi negli ultimi giorni alla Camera, in particolare a seguito dell’esigenza del Governo di ottenere l’appoggio di Rifondazione Comunista per avere la maggioranza necessaria per l’approvazione del provvedimento (essendo venuto a mancare l’appoggio del Trifoglio), è emersa una ulteriore ipotesi di regolamentazione dell’emittenza locale che appare ancora più inaccettabile rispetto a quella votata dal Senato. Secondo tale ipotesi, alle emittenti locali che trasmettono messaggi autogestiti, verrebbe riconosciuto un compenso in relazione agli spazi utilizzati dai movimenti o partiti politici. Per l’erogazione di tale compenso verrebbe istituito un fondo presso il Ministero dell’Interno stabilito per l’anno 2000 in lire 20 miliardi. L’Autorità dovrebbe quindi adottare un regolamento per stabilire, tra l’altro, l’ammontare dei compensi spettanti a ciascuna emittente. Tale ipotesi è inaccettabile in quanto non risponde alla richiesta di escludere le emittenti locali dalla normativa sulla par condicio, parificandola alla carta stampata, anche per le diverse dimensioni, il diverso ruolo e le diverse problematiche del settore rispetto all’emittenza nazionale. Quello proposto è un sistema di finanziamento politico (peraltro di importo molto modesto, considerato il numero delle emittenti) che mortifica le emittenti locali, toglie loro dignità e svilisce il loro ruolo informativo nel rapporto con i cittadini e il territorio. Tale ipotesi costringerebbe le emittenti che dovessero decidere di trasmettere messaggi autogestiti ad effettuare due trasmissioni al giorno di oltre un’ora (una trasmissione per ciascun contenitore) che stravolgerebbero i palinsesti causando un abbattimento dell’audience e la perdita di qualunque efficacia dei messaggi stessi. Inoltre la limitazione della possibilità di effettuare messaggi ai soli partiti o movimenti politici con l’esclusione dei singoli candidati toglierebbe alle emittenti locali una forma di comunicazione fondamentale nel rapporto con il territorio.
Il Coordinamento ribadisce pertanto l’esigenza della totale esclusione dall’emittenza locale della normativa sulla par condicio, evidenziando peraltro che tale esclusione comporterebbe l’applicazione nei confronti della stessa emittenza locale della disciplina di cui alla L. 515/93, attualmente vigente, alla quale potrebbero inoltre essere apportati alcuni correttivi per evitare che vengano realizzate trasmissioni di propaganda elettorale consistenti in buona sostanza in spot camuffati.
Tar Abruzzo dà ragione alle tesi del Coordinamento sulla questione dei campi e.m.
■ Anche il Tar Abruzzo, in due ricorsi presentati contro un provvedimento adottato dal comune di Vasto (CH) per asserite problematiche di inquinamento elettromagnetico, ha seguito l’orientamento già chiaramente espresso dal Tar Lombardia. Le due ordinanze, emesse in data 13 gennaio, sospendono il provvedimento comunale, in quanto lo stesso non è stato preceduto da verifiche tecniche in contraddittorio con l’emittente.
Authority: pronto lo schema di regolamento per le trasmissioni via satellite
■ L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha predisposto lo schema del Regolamento per la disciplina delle trasmissioni satellitari, con up-link generati dal territorio italiano. Tali canali hanno finora operato grazie ad autorizzazioni provvisorie, mentre ora entreranno in vigore le regole che disciplinano tutta la materia. Va anche ricordato che è stato annunciato, dalla stessa Autorità, che la prossima settimana inizierà l’esame del Regolamento per l’assegnazione delle concessioni alle tv locali.
Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge di conversione del DL 433/99
■ In Gazzetta Ufficiale del 19 gennaio è stata pubblicata la Legge 14.01.2000, n° 5 (approvata dal Parlamento lo scorso dicembre – si veda Teleradiofax n. 23/99 del 18 dicembre 1999 – con la quale è stato convertito il DL 18 novembre 1999, n. 433 recante “Disposizioni urgenti in materia di esercizio dell’attività radiotelevisiva locale ed i termini relativi al rilascio delle concessioni per la radiodiffusione televisiva privata su frequenze terrestri in ambito locale”. La legge è entrata in vigore il 20 gennaio u.s.