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Sommario
LIBERAZIONE BANDA 700: CONSIDERAZIONI DI AERANTI-CORALLO SULLE LINEE GUIDA MINISTERIALI PER FSMA LOCALI E OPERATORI DI RETE IN AMBITO LOCALE
■ Entro il prossimo mese di luglio dovrebbero essere pubblicate la roadmap e le indicazioni definitive del Ministero dello Sviluppo economico relative ai criteri e alle modalità che verranno adottati per l’assegnazione agli operatori di rete dei diritti d’uso delle frequenze in ambito locale previste dal nuovo Piano di Assegnazione (Pnaf) e per la selezione dei fornitori di servizi media audiovisivi in ambito locale che potranno accedere alla capacità trasmissiva delle frequenze di tali operatori.
Su tali linee guida, il coordinatore AERANTI-CORALLO, Marco Rossignoli ha svolto una serie di considerazioni nel corso della recente riunione del Tavolo di coordinamento Tv 4.0. In particolare, AERANTI-CORALLO ritiene che occorra conoscere preventivamente le tariffe che ogni operatore di rete praticherà ai FSMA commerciali e ai FSMA comunitari trasportati (per i FSMA comunitari dovrebbe essere prevista una tariffa ridotta). Tale conoscenza è indispensabile per consentire ai FSMA di valutare, ai sensi del punto 14 dello schema delle Linee Guida, la capacità trasmissiva richiesta. AERANTI-CORALLO ritiene, peraltro, che le negoziazioni commerciali tra operatori di rete e FSMA (successiva alla pubblicazione degli esiti della relativa procedura) dovrebbero riguardare le modalità di trasporto del segnale, ma non le tariffe e tale impostazione trova conferma anche nella circostanza che nei casi in cui il Ministero provvederà ad associare (coattivamente) la domanda del FSMA all’offerta dell’operatore di rete, la tariffa dovrà essere necessariamente stabilita in via preventiva, non potendo certamente essere definita unilateralmente (a posteriori) dall’operatore di rete ovvero determinata (a posteriori) dal Ministero. Per quanto riguarda il comparto radiofonico (al riguardo, la delibera Agcom n. 353/13/CONS prevede che l’autorizzazione per fornitori di servizi di media radiofonici costituisca titolo per effettuare la trasmissione simultanea su frequenze televisive digitali terrestri del palinsesto diffuso dallo stesso soggetto su reti radiofoniche terrestri in tecnica analogica), AERANTI-CORALLO ha evidenziato l’esigenza di prevedere l’accesso ai futuri mux Dvbt-2 da parte dei fornitori di servizi di media radiofonici, attraverso una specifica graduatoria al riguardo, analoga a quella prevista per i fornitori di servizi di media audiovisivi.
Sulla disciplina dei nuovi operatori di rete in ambito locale, AERANTI-CORALLO ha evidenziato che occorra una normativa che garantisca, tra l’altro, una pluralità dell’offerta televisiva locale, una disponibilità di identica quantità di capacità trasmissiva, in HD o in SD, per i FSMA locali, tariffe per l’acquisto della capacità trasmissiva che non costituiscano barriera al relativo accesso. Inoltre, AERANTI-CORALLO ritiene che le procedure di selezione degli operatori di rete dovrebbero incentivare, tra l’altro, la partecipazione alle gare da parte di intese, consorzi, raggruppamenti temporanei costituiti da imprese televisive locali che stanno svolgendo, nell’area tecnica oggetto della procedura di selezione, l’attività di operatore di rete locale e/o di FSMA locale.
Allo stesso tempo, a garanzia della continuità di impresa delle tv locali nei futuri scenari post 2021, non dovrebbe essere consentito ad uno stesso soggetto di poter ottenere l’assegnazione delle frequenze in numerose aree tecniche, ovvero di ottenere più frequenze nella stessa area tecnica. Da ultimo, evidenziamo che AERANTI-CORALLO organizza per il prossimo martedì 9 luglio, a Roma, un incontro riservato specificamente alle imprese televisive locali associate, di aggiornamento sulle problematiche di cui sopra. Interverrà all’incontro il dott. Antonio Lirosi, direttore generale della Dgscerp del Ministero.
DIRITTI D’AUTORE. SIAE, LEA E SOUNDREEF RAGGIUNGONO ACCORDO. RADIO LOCALI E TV LOCALI CONTINUERANNO A CORRISPONDERE SINO AL 31 DICEMBRE 2019 I DIRITTI D’AUTORE SOLO ALLA SIAE
■ A seguito della avvenuta liberalizzazione del mercato dell’intermediazione del diritto d’autore, lo scorso 10 aprile Siae, Soundreef e Lea hanno raggiunto un accordo finalizzato a promuovere uno sviluppo sostenibile di tale mercato. Le stesse hanno concordato delle linee operative comuni che possano agevolare gli utilizzatori nella richiesta delle licenze (permessi) e nel pagamento dei diritti per l’utilizzazione dei repertori misti (cioè dei repertori composti da opere i cui diritti sono rappresentati, pro quota, da più intermediari).
Secondo tali linee operative, fino al 31 dicembre 2019 la Siae gestirà i diritti d’autore e incasserà i compensi dovuti dagli utilizzatori radio e tv, anche per le quote riferibili agli aventi diritto Lea (sono esclusi da tale mandato la gestione dei permessi e l’incasso degli importi per i quali Lea abbia già perfezionato un accordo di licenza o la negoziazione dello stesso sia in fase avanzata, in particolare quelli con i principali broadcaster televisivi e radiofonici nazionali).
Dal 1° gennaio 2020, la Siae e la Lea (quest’ultima in virtù dell’accordo di rappresentanza concluso con Soundreef) rilasceranno i permessi blanket per le utilizzazioni e riscuoteranno i compensi in via del tutto autonoma. Ciascun utilizzatore radio o tv dovrà dunque chiedere il rilascio del permesso e dovrà versare i corrispettivi per le opere (per l’intero diritto o per la quota parte del diritto rappresentato sulle stesse) che intenderà trasmettere. Qualora la trasmissione riguardi opere, i cui diritti siano rappresentati, in tutto o in parte, sia da Siae, sia da Lea, l’utilizzatore radio o tv sarà tenuto a richiedere il rilascio del permesso e a versare i corrispettivi per i diritti, separatamente alle due società.
IL MISE AVVIA UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLE LINEE GUIDA PER L’EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI A FAVORE DEGLI UTENTI FINALI PER L’ACQUISTO DI TV E DECODER DVBT-2
■ L’art 1, comma 1039 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018), come modificata dalla legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019), prevede il riconoscimento di un contributo ai costi sostenuti dagli utenti finali per l’acquisto di apparecchiature di ricezione televisiva in tecnologia Dvbt-2, nell’ambito del processo di trasformazione delle reti televisive correlato alla liberazione delle frequenze in banda 700 Mhz a favore dello sviluppo del 5G.
Tali contributi sono pari a complessivi 151 milioni di euro, così suddivisi: 25 milioni di euro per l’anno 2019, 76 milioni per il 2020, 25 milioni per il 2021 e 25 milioni per il 2022.
Al fine di dare attuazione a tale normativa, attraverso l’emanazione di un decreto, il Ministero dello Sviluppo economico ha avviato una consultazione pubblica relativa alle linee guida sull’erogazione di contributi a favore degli utenti finali per l’acquisto di apparecchiature televisive idonee alla trasmissione di programmi in tecnologia DVB-T2.
Le linee guida evidenziano che il contributo consisterà in uno sconto di euro 50 (ovvero in uno sconto pari al prezzo di vendita se inferiore). Lo sconto verrà applicato sul prezzo comprensivo di Iva e non ridurrà la base imponibile dell’imposta. Lo stesso verrà applicato presso i venditori al dettaglio, ivi inclusi quelli del commercio elettronico operanti in Italia, e sarà necessaria la registrazione presso il servizio telematico dell’Agenzia delle entrate.
Gli apparecchi che daranno accesso al contributo sono quelli atti a ricevere programmi e servizi radiotelevisivi, dotati, in caso di decoder, anche di presa o di convertitore idonei ai collegamenti alla presa SCART dei televisori, attraverso interfacce di programmi (API) aperte, a prescindere dalla piattaforma tecnologica scelta dal consumatore, sia essa terrestre, satellitare e, ove disponibile, via cavo. Gli apparecchi da utilizzare per il digitale terrestre, dovranno incorporare la tecnologia DVB-T2 HEVC, main 10, di cui alla raccomandazione ITU-T H.265, almeno nella versione approvata il 22 dicembre 2016.
I contributi verranno erogati a partire dal 15 novembre 2019 e sino al 31 dicembre 2022 o, comunque, fino a esaurimento delle risorse stanziate.
I beneficiari sono i residenti nel territorio italiano appartenenti alla I e alla II fascia ISEE (corrispondenti, rispettivamente, a €10.632,94 e €21.265,87, con aumenti progressivi in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare).
Potrà beneficiare del contributo solo un utente per nucleo familiare, per l’acquisto di un solo apparecchio.
Gli interessati a partecipare alla consultazione pubblica potranno inviare le proprie osservazioni entro il 6 luglio p.v. all’indirizzo mail ContributiDecoderTV@mise.gov.it.
Il testo delle linee guida del MiSe è disponibile al seguente link
CON DUE DISTINTI PROVVEDIMENTI, LA DGSCERP DEL MINISTERO HA
PUBBLICATO LA GRADUATORIA DEFINITIVA DEI CONTRIBUTI PUBBLICI 2017 PER LE RADIO LOCALI COMUNITARIE E QUELLA PER LE RADIO LOCALI COMMERCIALI
■ Nell’arco di pochi giorni, la Dgscerp del Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato i due provvedimenti con i quali ha emanato, rispettivamente, la graduatoria definitiva dei contributi pubblici 2017 per le radio locali comunitarie e quella per le radio locali commerciali. In data 4 giugno u.s., infatti, è stato pubblicato il provvedimento 30 maggio 2019 contenente la graduatoria definitiva e l’elenco degli importi 2017 per le radio locali comunitarie. Tale graduatoria comprende 314 emittenti, di cui 74 che accedono sia alla quota fissa, sia alla quota variabile del riparto. L’importo della quota fissa riconosciuto a ciascuna di tali emittenti comunitarie ammonta a Euro 6.572,83, mentre l’importo della quota variabile va da Euro 137.496,89 a Euro 864,77. Lo stanziamento complessivo 2017 per le radio locali comunitarie ammonta ad Euro 4.127.740,09.
In data 13 giugno u.s., è stato, inoltre, pubblicato il provvedimento 10 giugno 2019 contenente la graduatoria definitiva e l’elenco degli importi 2017 per le radio locali commerciali. Per queste ultime, sono 216 le domande ammesse (di cui 2 con riserva) e lo stanziamento complessivo per l’anno 2017 ammonta a Euro 12.383.220,26. AERANTI-CORALLO esprime soddisfazione per il completamento dell’iter procedimentale per il riconoscimento dei contributi per l’anno 2017 per tutte le tipologie di radio e tv locali, e auspica ora che vengano definite, in tempi brevi, anche tutte le graduatorie (radio e tv locali commerciali; radio e tv locali comunitarie) per l’anno 2018.
LIBERAZIONE BANDA 700: AVVISO PUBBLICO DEL MINISTERO PER GLI OPERATORI DI RETE TELEVISIVA NAZIONALI
■ Nel contesto della transizione alle trasmissioni televisive digitali Dvbt-2, la Dgscerp del Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato un primo provvedimento, rivolto agli operatori di rete in ambito nazionale concernente l’Assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre ex articolo 1, comma 1031 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, come modificato dall’articolo 1, comma 1104 della legge 30 dicembre 2018, n. 145.
L’Avviso pubblico in data 11 giugno 2019, invita gli operatori di rete in ambito nazionale a presentare entro 15 giorni (e, quindi, entro il 26 giugno p.v.), istanza di partecipazione, fornendo i dati indicati nel medesimo avviso, ai fini dell’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze in ambito nazionale, secondo i criteri di cui alla citata Delibera n. 129/19/CONS.
Le domande di partecipazione devono essere presentate, tramite posta elettronica certificata dgscerp.div04@pec.mise.gov.it, al Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione Generale per i servizi di comunicazione elettronica di radiodiffusione e postali, Divisione IV.
RADIOFONIA DIGITALE DAB+: L’AGCOM AVVIA CONSULTAZIONE PUBBLICA PER MODIFICARE IL RELATIVO REGOLAMENTO. NON VIENE PERO’ RISOLTA LA MANCANZA DELLE FREQUENZE PER L’EMITTENZA LOCALE
■ Con delibera n. 223/19/CONS, avente ad oggetto “Consultazione pubblica relativa a modifiche e integrazioni al regolamento recante la nuova disciplina della fase di avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale, di cui alla delibera n. 664/09/CONS e successive modificazioni” l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni ha predisposto uno schema di modifiche a tale Regolamento finalizzate a introdurre un obbligo di must carry a carico degli operatori di rete per destinare capacità trasmissiva degli stessi a fornitori indipendenti di contenuti radiofonici.
In particolare, viene previsto l’obbligo per gli operatori di rete radiofonici in ambito nazionale di cedere una quota delle unità di capacità (CU) del blocco di diffusione (formato complessivamente da 864 CU) a fornitori di contenuti radiofonici nazionali indipendenti nelle seguenti quantità: da parte della concessionaria del servizio pubblico Rai 216 CU; da parte di ciascun operatore di rete nazionale privato 144 CU.
Gli operatori di rete radiofonica in ambito locale dovranno, invece, rendere disponibile la capacità trasmissiva non utilizzata dai partecipanti alle società consortili, a fornitori di contenuti radiofonici in ambito locale autorizzati anche non facenti parte del capitale sociale delle medesime società.
La consultazione pubblica avrà termine il 13 luglio p.v.
AERANTI-CORALLO ritiene che nel momento in cui l’Agcom prevede nuove norme per incentivare la diffusione di contenuti attraverso la tecnologia radiofonica digitale Dab+, dovrebbe affrontare contestualmente anche la problematica degli spazi frequenziali utilizzabili, con tale tecnologia, dall’emittenza locale. Infatti, in oltre due terzi del territorio italiano, l’emittenza locale non può ancora trasmettere in Dab+ a causa della mancanza di frequenze disponibili.
E’ evidente che, in un contesto in cui il settore radiofonico sta avviando il processo di digitalizzazione delle trasmissioni, coloro che non potranno operare fin da subito, quantomeno in via sperimentale, con la nuova tecnologia, matureranno un incolmabile ritardo rispetto a coloro che già operano in digitale, con evidenti conseguenze sul pluralismo e la concorrenza nel comparto.
A questo link è pubblicato il testo del regolamento attualmente vigente (allegato A alla delibera n. 664/09/CONS, coordinato con le modifiche introdotte dalle delibere n. 567/13/CONS e n. 35/16/CONS), con evidenziate, in carattere grassetto, le proposte di modifica sottoposte a consultazione pubblica con la delibera Agcom n. 223/19/CONS
AL VIA CONSULTAZIONE PUBBLICA AGCOM SULLA FASE 2 DEL PROCEDIMENTO PER L’INDIVIDUAZIONE DEL MERCATO RILEVANTE NEL SETTORE DELLA RADIOFONIA. INTERESSANTI DATI SUL COMPARTO RADIOFONICO LOCALE
■ La delibera n. 224/19/CONS del 7 giugno 2019 (pubblicata nel sito internet Agcom in data 13 giugno u.s.), avvia la consultazione pubblica sulla c.d. “Fase 2” sull’analisi del mercato rilevante della radiofonia e all’accertamento dell’insussistenza di posizioni dominanti in tale settore. Il provvedimento fa seguito alle conclusioni della c.d. “Fase 1”, (delibera Agcom n. 506/17/CONS).
Nel corposo documento di consultazione, l’Agcom analizza, tra l’altro, i mercati dei servizi radiofonici, dettagliando specificamente quello in ambito nazionale (nell’ambito del quale viene condotta anche l’analisi delle posizioni dominanti) e quello in ambito locale.
L’analisi Agcom si chiude con un capitolo di valutazioni conclusive, dove viene, tra l’altro, evidenziato che, con riferimento al mercato nazionale dei servizi radiofonici e della posizione competitiva delle singole imprese in esso presenti, “l’assetto del mercato nazionale dei servizi radiofonici sia, allo stato attuale, caratterizzato, prima facie, da un sufficiente grado di concorrenzialità e di pluralismo. Tale mercato è, infatti, caratterizzato dall’esistenza di numerosi e qualificati soggetti nessuno dei quali presenta quote di mercato tali da poter essere considerato in posizione di significativo potere di mercato”. Per quanto riguarda, infine, la concorrenza dall’esterno del sistema, (diffusione di contenuti sonori e radiofonici via internet, relativi non solo alla diffusione in simulcast dei propri palinsesti da parte dei soggetti esercenti l’attività di radiodiffusione sonora, ma anche all’offerta da parte delle piattaforme di aggregazione online) l’Agcom rileva che, allo stato, “per la percezione da parte dell’utenza e l’ancora contenuta redditività generata dagli stessi, tali servizi non si pongono in concorrenza con i servizi radiofonici tradizionali e, pertanto, le pressioni competitive esercitate dalle citate piattaforme di aggregazione non sono tali da condizionare l’assetto del mercato in esame”.
La consultazione pubblica avrà termine il 13 luglio p.v.
Con riferimento al settore radiofonico locale, emergono alcuni interessanti dati che consentono di avere un quadro di dettaglio di tale comparto.
L’Agcom, anzitutto, premette che, per quanto riguarda le fonti di finanziamento del settore radiofonico locale, sono previsti per lo stesso contributi pubblici a sostegno delle emittenti; inoltre le stesse godono di limiti di affollamento pubblicitario meno stringenti rispetto alle emittenti nazionali; infine, le emittenti radiofoniche locali hanno la possibilità di differenziare programmi e pubblicità tra le aree territoriali del bacino servito (c.d. “splittaggio”).
Tali previsioni normative rafforzano la connotazione dell’emittenza locale fortemente legata al territorio servito e alle specificità dello stesso, sia per quanto riguarda i contenuti (informativi) trasmessi che per le modalità di remunerazione (raccolta pubblicitaria).
Perimetrando il comparto radiofonico locale, l’Agcom rileva che, a dicembre 2018 (secondo i dati del Roc) l’insieme delle emittenti radiofoniche locali è rappresentato complessivamente da quasi 1.000 emittenti (editori), che diffondono circa 1.300 marchi (radio).
Le emittenti monomarchio rappresentano la maggioranza degli operatori, mentre oltre 150 soggetti sono titolari di due marchi.
Provando ad analizzare la numerosità delle emittenti a livello provinciale, l’Agcom rileva che il quadro di distribuzione dei marchi è piuttosto variegato, con un minimo di 10 marchi di alcune province sino ai 90 di Roma e Bari.
In termini di reti trasmissive, il documento Agcom, avvalendosi dei dati del Catasto degli impianti, fa emergere che oltre un terzo delle emittenti radiofoniche locali censite nel citato catasto dichiara un solo impianto trasmissivo. Ma, evidenzia l’Agcom, in funzione della posizione geografica e dell’altitudine, un unico impianto può essere in grado di servire un piccolo centro urbano o un grande capoluogo ad alta densità di popolazione, una valle secondaria o un’area a estensione pluri-provinciale.
Provando a inquadrare il settore radiofonico locale sotto il profilo economico, l’analisi Agcom evidenzia la grande eterogeneità del comparto.
Molte sono le società collegate, attraverso partecipazioni del capitale sociale, ad altre radio, o sono controllate da concessionarie di pubblicità, o, infine, fanno parte di realtà imprenditoriali locali attive nell’ambito del SIC (perlopiù nel settore televisivo locale).
Dal quadro tratteggiato deriva l’identificazione di tre principali gruppi di imprese radiofoniche operanti nel contesto locale.
Al primo gruppo appartengono alcune emittenti, in alcuni casi medio-grandi, aventi in concessione marchi a diffusione locale con bacini di diffusione regionale o pluriregionale, che si contraddistinguono per effettuare solo raccolta pubblicitaria locale in territori più ampi delle regioni.
Al secondo gruppo fanno riferimento le radio locali che aderiscono a circuiti pluriregionali, esercite da imprese di medie e medio-grandi dimensioni, con la possibilità di accedere a bouquet di contenuti in grado di attrarre audience nei propri territori di riferimento e una quota potenzialmente significativa di inserzionisti locali.
Il terzo gruppo, infine, al quale appartiene la maggioranza delle emittenti radiofoniche locali commerciali e soprattutto comunitarie, è quello delle radio di dimensioni più contenute, che hanno conquistato nicchie di pubblico in contesti territoriali sub regionali e anche sub provinciali.
IL DECRETO SBLOCCA CANTIERI, APPROVATO IN VIA DEFINITIVA DALLA CAMERA, FORNISCE CHIARIMENTI SUI RICEVITORI RADIO DIGITALI. OBBLIGO PER AUTOVETTURE, VEICOLI COMMERCIALI E APPARATI DI TELEFONIA MOBILE. ESCLUSI I PRODOTTI NEI QUALI IL RICEVITORE RADIO E’ PURAMENTE ACCESSORIO
■ Come noto, la legge di bilancio 2018, all’art. 1, comma 1044 prevede che “Al fine di favorire l’innovazione tecnologica, a decorrere dal 1º giugno 2019 gli apparecchi atti alla ricezione della radiodiffusione sonora venduti dalle aziende produttrici ai distributori di apparecchiature elettroniche al dettaglio sul territorio nazionale integrano almeno un’interfaccia che consenta all’utente di ricevere i servizi della radio digitale. Per le medesime finalità, a decorrere dal 1º gennaio 2020 gli apparecchi atti alla ricezione della radiodiffusione sonora venduti ai consumatori nel territorio nazionale integrano almeno un’interfaccia che consenta all’utente di ricevere i servizi della radio digitale.”
La legge di conversione del decreto legge “sblocca cantieri”, approvata in via definitiva dalla Camera dei Deputati in data 13 giugno u.s., ha fornito un chiarimento che limita l’ambito di applicazione della norma esclusivamente ai seguenti apparecchi:
ricevitori autoradio venduti singolarmente o integrati in un veicolo nuovo della categoria M (autoveicoli per trasporto di persone) e N (veicoli commerciali destinati al trasporto di merci); ricevitori con sintonizzatore radio che operino nelle bande destinate al servizio di radiodiffusione secondo il Piano nazionale di ripartizione delle frequenze, ad esclusione delle apparecchiature utilizzate dai radioamatori e dei prodotti nei quali il ricevitore radio è puramente accessorio.
La norma precisa inoltre che per gli apparati di telefonia mobile e per i veicoli nuovi di categoria N gli obblighi di commercializzazione al consumatore di cui all’articolo 1, comma 1044, della legge di bilancio 2018, decorrono dal 31 dicembre 2020. Per i veicoli nuovi della categoria M sono fatti salvi i veicoli prodotti in data antecedente al 1° gennaio 2020 e messi in circolazione sul mercato fino al 21 dicembre 2020, entro il limite del 10% dei veicoli messi in circolazione nel 2019 per ciascun costruttore.
PUBBLICITA’ SUI MEDIA, IL PRIMO QUADRIMESTRE 2019 IN LEGGERA FLESSIONE
■ La rilevazione mensile effettuata da Nielsen sul mercato degli investimenti pubblicitari nel nostro Paese evidenzia che il primo quadrimestre 2019, raffrontato all’analogo periodo del 2018, segna una contrazione dello 0,5%.
Escludendo dalla raccolta web la stima effettuata da Nielsen relativamente a search, social, annunci sponsorizzati e i cosiddetti “Over The Top” (OT), il risultato globale del quadrimestre si attesta a -3,9%.
Nel dettaglio, la tv perde il -3,2%, la radio è sostanzialmente stabile (-0,4%), mentre non accenna a diminuire il trend negativo della stampa, con i quotidiani che segnano -10,8% e i periodici -14,2%.
I dati di dettaglio relativi ai singoli mezzi sono pubblicati nel sito www.aeranticorallo.it, sezione “Mercato pubblicità”, al seguente link