CONVEGNO ANNUALE DI AERANTI-CORALLO DELL’8 LUGLIO 2015: IL GOVERNO VUOLE ANCORA UN SISTEMA RADIOTELEVISIVO DOVE CI SIA SPAZIO PER L’EMITTENZA LOCALE?
■ Mercoledì 8 luglio si è tenuto a Roma il convegno annuale di AERANTI-CORALLO.
Malgrado il momento particolarmente difficile che sta attraversando tutto il settore dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, una folta presenza di editori radiotelevisivi e di addetti al settore ha affollato la sala Orlando del palazzo Confcommercio, cui AERANTI-CORALLO aderisce e nel quale ha la propria sede romana. La relazione annuale sullo stato dell’emittenza radiotelevisiva locale di Marco Rossignoli, coordinatore AERANTI-CORALLO e Presidente AERANTI, è stata seguita dagli interventi di Luigi Bardelli, componente dell’esecutivo AERANTI-CORALLO e Presidente CORALLO, del Segretario generale Fnsi Raffaele Lorusso, del Sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, del Commissario Agcom Antonio Nicita.
L’incontro, moderato dal Segretario generale AERANTI Fabrizio Berrini, ha visto la presenza, tra gli altri, dell’on. Davide Caparini (Lega Nord), dei direttori generali del Ministero dello Sviluppo economico Antonio Lirosi (Dgscerp), Eva Spina (Dgpgsr), Pietro Celi (Dgat), Rita Forsi (Iscti). Presenti anche, per il Ministero, Giovanni Gagliano (dirigente della div. V Dgscerp); Patrizia Catenacci (dirigente dell’I.T. Lazio). Ancora, citiamo il Vicedirettore generale della Fub Mario Frullone nonché diversi presidenti di Corecom (Filippo Lucci, Abruzzo; Michele Petrucci, Lazio; Federica Zanella, Lombardia; Pietro Colonnella, Marche).
Avviando i lavori, Marco Rossignoli ha lamentato che siano state assunte, su iniziativa del Governo, una serie di scelte legislative che hanno più volte rimesso completamente in discussione spazi e ruolo dell’emittenza locale, generando una situazione di incertezza permanente che ha impedito e sta impedendo qualsiasi programmazione aziendale da parte delle imprese. Occorre pertanto comprendere – ha affermato Rossignoli – se il Governo voglia ancora un sistema radiotelevisivo dove ci sia spazio per l’emittenza locale. In tal caso, ha proseguito il coordinatore di AERANTI-CORALLO, sarebbe necessario un immediato cambiamento di rotta, con la previsione di un serio progetto politico che, nel riaffermare il ruolo dell’emittenza locale, definisca in un’ottica di salvaguardia del pluralismo sul territorio, prospettive e percorsi che diano certezze alle imprese che intendano continuare ad investire nel settore.
Con riferimento alle complesse problematiche del settore televisivo, Rossignoli ha posto l’accento sul profondo dissenso di AERANTI-CORALLO in merito ai provvedimenti legislativi e regolamentari recentemente assunti per il comparto. Al riguardo, ha evidenziato che è inaccettabile l’esclusione dalla pianificazione di 76 frequenze regionali, con conseguente chiusura di 144 operatori di rete televisivi locali che danno occupazione a oltre duemila lavoratori e che corrispondono a circa un terzo degli operatori di rete locali esistenti e a circa il cinquanta per cento di quelli operanti nelle regioni che si affacciano sulla costa adriatica. Tali 144 emittenti operano, infatti, in virtù di diritti d’uso delle frequenze rilasciati, per la durata di vent’anni, dal Ministero dello Sviluppo economico a seguito di gare svoltesi negli anni 2011-2012, nelle quali dette emittenti sono risultate utilmente collocate nelle rispettive graduatorie. Rossignoli ha continuato evidenziando che la problematica della compatibilizzazione radioelettrica con i paesi esteri confinanti è stata posta esclusivamente a carico delle tv locali in piena violazione delle norme che prevedono che almeno un terzo delle frequenze competa alle stesse tv locali.
Nella relazione di AERANTI-CORALLO si sottolinea, inoltre, l’inaccettabilità della scelta di relegare l’emittenza televisiva locale a svolgere l’attività di fornitore di servizi di media audiovisivi senza che, allo stesso tempo, siano attive reti tecnicamente idonee a veicolare i contenuti nei diversi ambiti territoriali nei quali le tv locali operano. La previsione di graduatorie per accedere alla capacità trasmissiva degli operatori di rete e per ottenere l’attribuzione di nuove numerazioni lcn, con validità di solo tre anni e basate su criteri in alcuni casi inidonei, come, ad esempio, quello degli indici di ascolto, conferma l’inadeguatezza del progetto definito con la legge di stabilità 2015. Rimettere in discussione ogni tre anni le assegnazioni della capacità trasmissiva e le attribuzioni delle numerazioni lcn renda insostenibile ogni impegno e investimento nell’emittenza locale. Rossignoli ha, quindi, affermato che AERANTI-CORALLO ritiene che la legge di stabilità 2015 debba essere modificata sopprimendo la previsione dell’utilizzo di tali graduatorie ai fini di un nuovo piano di attribuzione delle numerazioni dell’ordinamento automatico dei canali della tv digitale terrestre. E’ evidente, infatti, che dopo cinque anni di utilizzo delle attuali numerazioni, ogni eventuale variazione sarebbe estremamente penalizzante per tutte le tv locali. In caso di modifica delle numerazioni le trasmissioni di ogni tv locale non sarebbero, infatti, più ricevibili fino alla risintonizzazione dei televisori e dei decoder ubicati nell’area di operatività della tv stessa.
Sul tema della radiofonia, Rossignoli ha lamentato di come questo settore stia scontando un grave ritardo nell’evoluzione tecnologica. Ricordando che l’Agcom ha, recentemente esteso alle regioni Umbria e Valle D’Aosta, nonché alle province di Torino e di Cuneo, il progetto pilota avviato, negli scorsi anni, nelle province di Trento e di Bolzano, per le trasmissioni radiofoniche digitali terrestri, il coordinatore AERANTI-CORALLO ha evidenziato che l’avvio delle trasmissioni radiofoniche digitali in altre aree del Paese sarà possibile solo in presenza di una quantità di risorse frequenziali e di una pianificazione che permettano ad ogni soggetto interessato, locale e nazionale, avente titolo, di poter effettivamente accedere alla nuova tecnologia trasmissiva a parità di condizioni con tutti gli operatori. Per AERANTI-CORALLO, al fine dello sviluppo della nuova tecnologia è, quindi, indispensabile acquisire ulteriori risorse come il canale 13.
La disponibilità di tale canale è, per AERANTI-CORALLO, pregiudiziale alla definizione della pianificazione su base nazionale e all’avvio del digitale sull’intero territorio del nostro paese.
Rossignoli ha poi affrontato il tema degli indici di ascolto radiofonici, ricordando che proseguono i lavori del relativo tavolo tecnico Agcom e che la stessa Autorità dovrebbe rendere disponibile a breve un primo schema di linee guida per l’individuazione di una organizzazione sistematica della rilevazione degli indici dell’ascolto radiofonico che garantisca la correttezza, la trasparenza, l’equità e l’indipendenza della ricerca. In tale sede AERANTI-CORALLO ha evidenziato l’esigenza di una governance impostata in modo tale che ogni decisione circa la metodologia dell’indagine e i relativi costi debba essere necessariamente assunta con la condivisione di tutte le componenti del comparto (emittenza locale e emittenza nazionale).
Luigi Bardelli, componente dell’esecutivo AERANTI-CORALLO e Presidente CORALLO, ha rimarcato il ruolo svolto dalle emittenti locali, che da quarant’anni rappresentano la voce del territorio e, da sempre, assolvono a una importantissima funzione sociale. Tale ruolo, ha ricordato Bardelli, è stato riconosciuto anche dal Governo in più occasioni e, dunque, occorre capire la ratio di provvedimenti, come quelli recentemente assunti dal Governo, che paiono andare in direzione opposta rispetto alle dichiarazioni di principio a favore del settore.
Bardelli ha rimarcato di come l’elevato numero di emittenti locali presenti sul territorio rappresenti un grande valore di pluralismo, un unicum che caratterizza e rende singolare il “caso italiano”. E, dunque, non è pensabile che tale elemento di unicità venga rimesso in discussione con scelte legislative che rischiano di affossare il comparto.
Bardelli ha poi lamentato il fatto che manchi una visione d’insieme nel nostro paese: il caso delle interferenze e l’ipotesi di dover liberare altri canali per cederli alle società telefoniche dicono che l’Italia non può omologarsi a una prospettiva europea che non tiene conto della ricchezza tutta italiana rappresentata dall’emittenza locale. Si tratta di un patrimonio che occorre tutelare e non smantellare.
Il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha evidenziato il momento di crisi che sta subendo da lungo tempo il settore dell’emittenza locale. Condividendo i punti ricordati da Rossignoli e Bardelli nei rispettivi interventi, Lorusso ha rilevato ciò che l’emittenza locale rappresenta in termini di occupazione giornalistica: il comparto contava, al 31 dicembre 2014, 1912 rapporti di lavoro giornalistico, a fronte dei 2340 registrati al 31 dicembre 2013; si sono persi il 18% dei rapporti di lavoro mentre, nel perimetro dei giornalisti contrattualizzati con Ccnl AERANTI-CORALLO – Fnsi, la perdita nello stesso periodo è stata pari al 3%. Secondo Lorusso, occorre fare un discorso relativo al meccanismo della contribuzione pubblica all’emittenza locale, che, a suo parere, deve essere rivisto. Occorrerebbe, infatti, utilizzare criteri che valorizzino l’innovazione e la tutela del lavoro giornalistico. Lorusso ha affermato poi che, a suo parere, l’emittenza locale rappresenta una delle gambe del settore radiotelevisivo e che la stessa giustifica la propria esistenza in virtù dell’informazione che offre ai cittadini. Il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli ha illustrato la sua lettura del percorso che ha portato all’attuale situazione. In particolare, il Sottosegretario ha affermato che “l’operazione dello switch off è stata gestita con una finalità precisa: che il passaggio al digitale tutelasse il duopolio televisivo nazionale e per questo si è saturato lo spettro e si è illusa l’emittenza locale”. Si è così arrivati ad assegnare alle emittenti nazionali frequenze coordinate e all’emittenza locale tutte le altre. Giacomelli ha poi aggiunto che, a fronte della situazione legislativa esistente, il Governo ha introdotto dei miglioramenti, quali l’aumento degli importi per la dismissione volontaria delle frequenze ritenute interferenti (da 20 a 50 milioni di euro), pur riconoscendone l’inadeguatezza, e il reperimento di nuove frequenze da assegnare. “L’impegno che ho preso in questa sede – ha aggiunto il Sottosegretario – è che questo non debba portare alla chiusura di emittenti, e questo lo confermo. Il meccanismo della “rottamazione” delle frequenze e della assegnazione di quelle nuove deve andare in sincronia, ed è questo il motivo per cui ho preso l’impegno di non far partire la rottamazione sino a quando non saranno disponibili le nuove frequenze”. Ha inoltre aggiunto che “il Ministero mette in campo delle frequenze nuove a tutela delle emittenti e ci aspettiamo che l’Agcom pianifichi le frequenze che noi abbiamo messo a disposizione in tutte le regioni e con la massima possibilità di utilizzo.” (Con delibera adottata già dal 25 giugno e pubblicata il 9 luglio, l’Agcom ha pianificato un numero molto limitato di frequenze, solo in una parte delle regioni. Si veda articolo a pagina 4, Ndr).
Con riferimento al ddl di riforma della governance della Rai, in discussione al Senato, il Sottosegretario ha reso noto che è stato inserito un punto relativo alla riforma del meccanismo di finanziamento dell’emittenza locale (si veda articolo a pag. 4).
Il Commissario Agcom Antonio Nicita, ha evidenziato come, storicamente, vi sia stato un diverso trattamento nella gestione dello spettro tra emittenza nazionale ed emittenza locale. Nicita ha poi sottolineato come la gestione dello spettro non sia stata, sino a questo momento, improntata all’efficiente uso delle risorse, tanto è vero che la concessionaria del servizio pubblico dispone di 5 mux, non utilizzati appieno. Vi sono, inoltre, allo stato, tre/quattro mux di soggetti privati nazionali su cui si fa pay tv. Si tratta di elementi di inefficienza che, a parere del Commissario, andrebbero corretti. Per quanto riguarda l’oggi, Nicita ha confermato l’imminenza della pubblicazione della delibera di pianificazione. Lo stesso ha poi sottolineato che andrebbe comunque fatto un discorso generale di uso efficiente di tutte le risorse spettrali da parte di tutti: avrebbe senso contestare l’uso efficiente dello spettro da parte delle tv locali se, da parte dell’emittenza nazionale, tale parametro venisse rispettato, ma così non è.
Con riferimento alla radiofonia digitale, Nicita ha infine auspicato la possibile liberazione del canale 13, pur essendo consapevole della necessità di accordi (con il Ministero della difesa, Ndr) che devono essere ancora perfezionati.
La giornata è proseguita, al termine del convegno, con due seminari dedicati, rispettivamente, alle imprese televisive locali e alle imprese radiofoniche locali. In particolare, nel primo seminario sono state affrontate, tra l’altro, le problematiche relative alla delibera Agcom n. 480/14/CONS (Nuova pianificazione frequenze per gli operatori di rete locali); alla procedura di volontario rilascio delle frequenze a fronte della erogazione di misure economiche compensative; all’assegnazione di nuove frequenze agli operatori di rete locali utilmente collocati in graduatoria che eserciscono frequenze escluse dalla pianificazione e che intendono proseguire l’attività; alla previsione della definizione da parte dell’Agcom delle frequenze (coordinate) dell’ex beauty contest da assegnare a nuovi operatori di rete locali e alla previsione della assegnazione da parte del Ministero di tali frequenze a nuovi operatori di rete locali; alla previsione della definizione da parte della Agcom delle modalità e delle condizioni economiche che regolano la cessione obbligatoria della capacità trasmissiva da parte dei suddetti nuovi operatori di rete locali; alle linee guida del Ministero dello Sviluppo Economico per la formazione delle graduatorie regionali dei fornitori di servizi di media audiovisivi per la tv digitale terrestre in ambito locale finalizzate all’attribuzione della capacità trasmissiva degli operatori di rete locali su frequenze coordinate internazionalmente, nonché finalizzate alla attribuzione delle nuove numerazioni LCN.
Il seminario radiofonico si è, invece, concentrato sul progetto pilota per le trasmissioni radiofoniche digitali terrestri avviato nelle province di Trento e di Bolzano; sull’avvio delle trasmissioni radiofoniche digitali terrestri nelle province di Torino e Cuneo e in Umbria e Valle D’Aosta; sul procedimento avviato dall’Agcom per la definizione dei bacini sull’intero territorio nazionale per le trasmissioni radiofoniche digitali e per l’estensione, a breve, delle trasmissioni radiofoniche digitali in alcuni bacini; sulla necessità di reperire ulteriori frequenze per le trasmissioni radiofoniche digitali terrestri.
Il convegno annuale di AERANTI-CORALLO è stato coperto da numerosi servizi radiotelevisivi nonché della carta stampata; citiamo, tra gli altri, gli articoli realizzati dalle agenzie di stampa Ansa e Il velino, nonché dai quotidiani Italia Oggi, Avvenire, Il Sole 24 Ore e dai periodici online Il Corriere delle Comunicazioni e Key4Biz.
Tutto il materiale audiovisivo e documentale relativo al convegno di AERANTI-CORALLO è disponibile nel sito www.aeranticorallo.it, sezione “Galleria eventi”, sottosezione “Convegno annuale di Aeranti-Corallo (Roma, 8 luglio 2015)”. Sul canale Twitter @aeranticorallo e sulla pagina Facebook www.facebook.com/aeranti.corallo è, inoltre, disponibile una ampia galleria fotografica.
L’AGCOM PUBBLICA LA DELIBERA DI REVISIONE DEL PNAF DVB-T
■ Con delibera n. 402/15/CONS del 25 giugno u.s. (pubblicata nel sito Agcom il 9 luglio u.s.), l’Agcom ha adottato la modifica del piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale Dvb-t in attuazione dell’art. 6, comma 8 della legge 21 febbraio 2014, n. 9 e successive modificazioni, come modificato dall’art. 1, comma 147 della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
Con tale delibera vengono pianificate le frequenze assegnate all’Italia in base all’accordo di Ginevra 2006 e non assegnate a operatori di rete nazionali per il servizio televisivo digitale terrestre (si tratta delle frequenze residue non assegnate in base alla procedura dell’ex beauty contest), per la messa a disposizione della relativa capacità trasmissiva a fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale. Da un primo esame del provvedimento emerge che le nuove frequenze previste per la diffusione di contenuti locali sono quantitativamente insufficienti e tecnicamente inadeguate per sopperire alla avvenuta esclusione di 76 frequenze regionali dalla pianificazione. Infatti, le nuove frequenze vengono pianificate solo in 9 delle 12 regioni dove sono state escluse le frequenze. In Toscana, Sicilia e Liguria tali frequenze non sono, infatti, state pianificate. Inoltre, in Friuli, Sardegna e Emilia Romagna (tranne la provincia di Rimini, dove è stato pianificato il canale 6) viene pianificato esclusivamente il canale 60. Tale canale, tuttavia, come riconosciuto dalla stessa delibera è “soggetto alle interferenze provocate dalle stazioni radio-basi del servizio mobile LTE operanti nella banda adiacente, come confermato dalle esperienze e dagli studi tuttora in corso in ambito internazionale” e, quindi, “i soggetti che (…) parteciperanno (al beauty contest, Ndr) saranno comunque consapevoli a priori dei problemi connessi all’uso di tale canale.”
Il canale 57 (teoricamente disponibile in quanto coordinato) non è stato pianificato giacché “utilizzato in via provvisoria da un altro operatore nazionale” che lo dovrà liberare alla fine del 2016 e, pertanto, “non risultando di fatto disponibile in tempi coerenti con l’implementazione delle disposizioni della legge 23 dicembre 2014, n. 190 non può essere oggetto della presente pianificazione.” In Lombardia, in Molise e in Basilicata sono state pianificate solo le frequenze di banda III.
La delibera, infine, evidenzia che in alcune regioni (Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Lombardia) vi sono reti locali che operano su frequenze già coordinate a livello internazionale (e che, quindi, dovranno mettere a disposizione l’intera capacità trasmissiva per il trasporto di programmi locali ai sensi del comma 9-quater), per cui non è stato ritenuto necessario pianificare ulteriori frequenze coordinate.
LUTTO NEL MONDO DEL GIORNALISMO
■ Si è spento il 9 luglio, all’età di 60 anni Santo Della Volpe, presidente della Fnsi. Inviato storico del Tg3 Rai, è stato, tra l’altro, tra i fondatori dell’associazione Articolo 21. AERANTI-CORALLO esprime la propria vicinanza alla famiglia nonché alla Giunta e al Consiglio della Fnsi, Federazione nazionale della stampa italiana.
RADIOMONITOR DI GfK EURISKO: PUBBLICATI I DATI RELATIVI AGLI ASCOLTI DEL PRIMO SEMESTRE 2015
■ Lo scorso 7 luglio GfK Eurisko ha pubblicato i dati dell’indagine sugli ascolti radiofonici Radio Monitor, relativi al 1° semestre 2015.
Tali dati si riferiscono a 60.000 casi, rilevati con interviste telefoniche Cati, su una popolazione considerata di 52.903.000 persone. Gli ascoltatori della radio sono 34.927.000.
Ricordiamo che l’indagine Radio Monitor, come da tempo chiarito dall’Agcom, non rientra nel campo di applicazione di cui alla propria delibera n. 130/06/CSP, non è sottoposta alla vigilanza della stessa Autorità e non rappresenta una committenza universale del settore radiofonico, ma costituisce libero esercizio di attività professionale.
I dati dell’indagine RadioMonitor sono disponibili nel sito www.aeranticorallo.it, Sezione “Dati di ascolto”, sottosezione “Ascolti della radio in Italia”.
LA COMMISSIONE VIII DEL SENATO APPROVA IL DDL DI RIFORMA DELLA RAI, CHE PASSA ORA ALL’AULA. INSERITA DELEGA AL GOVERNO PER DISCIPLINA FINANZIAMENTO ALL’EMITTENZA LOCALE
■ Nella seduta del 9 luglio u.s., la Commissione VIII del Senato ha approvato il ddl n. 1880 sulla riforma della Rai; il provvedimento passa ora all’esame dell’aula.
E’ stato, tra l’altro, approvato un emendamento che prevede una delega al Governo per la disciplina del finanziamento del servizio pubblico e del finanziamento della emittenza locale.
In tale ambito, viene data delega al Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la disciplina del finanziamento pubblico della Rai-Radiotelevisione italiana Spa e dell’emittenza locale. IL DLgs per l’emittenza locale dovrà, tra l’altro, “definire le modalità di finanziamento pubblico dell’emittenza locale anche tenuto conto dei principi di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, al fine di riconoscere e qualificare la funzione di pubblico interesse svolta e di garantire adeguata certezza di risorse.”