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Sommario
DDL BILANCIO 2019: LE NORME DI INTERESSE DEL SETTORE RADIOTELEVISIVO LOCALE
■ Lo scorso 31 ottobre il disegno di legge di bilancio 2019 è stato bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato ed è stato trasmesso alla Camera dei Deputati, dove inizierà il proprio iter la prossima settimana.
Il provvedimento si compone di 108 articoli. Le disposizioni di interesse del settore dell’emittenza radiofonica e televisiva locale sono specificamente contenute all’art. 14 e all’art. 57 (il relativo testo è pubblicato nella colonna sinistra a pag. 2).
In particolare, l’art. 14 (Canone Rai) prevede che le somme riguardanti il cosiddetto “extragettito del canone Rai” finanzino il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione di cui alla legge 26 ottobre 2016, n. 198, anche per gli anni successivi al 2018.
Come noto, l’importo fissato per tale extragettito (come da ultimo previsto dall’art. 57 del DL n. 50/2017 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96/2017) è pari a un massimo di euro 125 milioni per ogni anno (suddivisi al 50% tra emittenza radiotelevisiva locale e carta stampata). La quota destinata ai contributi annuali per tv e radio locali previsti dal DPR n .146/2017, recepito dalla legge n. 108/2018, erogati dal Ministero dello Sviluppo economico, è prevista, pertanto, dal disegno di legge, a decorrere dal 1° gennaio 2019, di euro 62,5 milioni annui. Da tale importo deve, poi, essere detratta la quota per gli investimenti pubblicitari incrementali, fissata annualmente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con DPCM (ricordiamo che per l’anno 2018 tale quota è di euro 12,5 milioni). Conseguentemente, in caso di conferma dell’attuale stanziamento previsto per la pubblicità incrementale, l’importo dei contributi per l‘emittenza locale, a decorrere dall’anno 2019, sarebbe previsto per un massimo di euro 50 milioni annui. Sarebbe, pertanto, necessario un incremento di tale stanziamento per mantenere il sostegno statale ai livelli previsti per gli anni 2016-2018.
Il disegno di legge di bilancio, inoltre, all’art. 57 (commi da 6 a 8), rivedendo le provvidenze editoria, dispone, a partire dal 1° gennaio 2020, (e quindi con riferimento alle domande da presentare al 31 gennaio 2021) la soppressione dei rimborsi relativi alle riduzioni tariffarie telefoniche (50% del relativo costo). Il ddl di bilancio 2019 non contiene, invece, alcuna norma relativa agli indennizzi per il rilascio delle frequenze da parte degli operatori di rete televisivi in ambito locale.
AERANTI-CORALLO ritiene che gli indennizzi attualmente previsti non siano congrui e che, anche in considerazione dei positivi risultati dell’asta delle frequenze recentemente conclusa, tali indennizzi dovrebbero essere determinati in misura almeno pari a quella a suo tempo riconosciuta per la liberazione della banda 800 Mhz (cioè 0,55 euro per abitante), con esclusione di ogni imposizione fiscale. AERANTI-CORALLO ritiene, infine, che debba essere varato un progetto organico per garantire la continuità aziendale delle imprese televisive locali in relazione alla dismissione delle frequenze e della transizione al Dvbt-2 che devono essere attuate entro il 30 giugno 2022. E’ auspicabile che una soluzione al riguardo venga individuata nell’ambito dei lavori del Tavolo Tv 4.0, istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico (al quale partecipa anche AERANTI-CORALLO) la cui prossima riunione è convocata per lunedì 5 novembre.
■ Sul tema dei contributi pubblici alle emittenti locali, il Presidente della IX Commissione della Camera dei Deputati, on. Alessandro Morelli, della Lega, incontrato il 23 ottobre u.s. da AERANTI-CORALLO assieme all’on. Massimiliano Capitanio, sempre della Lega, segretario della Commissione Parlamentare di Vigilanza per i servizi radiotelevisivi, dimostrando particolare sensibilità al riguardo, ha dichiarato al nostro periodico:
“Sui contributi alle testate locali la Lega ha sempre avuto una posizione coerente: il sostegno ai giornali ma anche alle tv e radio locali va assicurato nella misura in cui questi fanno un reale Servizio Pubblico di informazione che spesso le grandi testate nazionali non possono e non riescono a coprire. Il contributo pubblico però deve avere obiettivi chiari e su questo mi sento di coinvolgere anche editori e giornalisti perché il sostegno non sia a “fondo perduto” ma con una precisa finalità.”
Morelli ha anche aggiunto “Le testate locali, per le loro caratteristiche, potrebbero per esempio essere le prime ad investire professionalità ed esperienze sulla rivoluzione legata al 5G, trascinando poi le grandi testate nazionali su un terreno che, a prescindere dalle nostre volontà, sarà quello da affrontare e su cui tutto il settore rischia di essere in grave ritardo. Questo è un interesse nazionale perché traghetta tutto il sistema verso un futuro che non è lontano”.
“Infine – ha concluso Morelli – il contributo, anche terminasse, non potrebbe essere cancellato da un giorno con l’altro semplicemente perché questo significherebbe far chiudere aziende e lasciare sul lastrico migliaia di famiglie legate al mondo dell’editoria, il risparmio legato ai fondi sarebbe vanificato dall’aggravio del peso degli ammortizzatori sociali. L’obiettivo dunque deve essere una riforma concordata con gli operatori per far crescere e rivitalizzare un settore fondamentale, ma oggi in difficoltà”


LE NORME DI INTERESSE DEL SETTORE CONTENUTE NEL DDL BILANCIO 2019
Art. 14 (Canone RAI)
1. All’articolo 1, comma 40, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, come modificato dall’articolo 1, comma 1147, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, le parole “e 2018” sono sostituite dalle seguenti “, 2018 e successivi”.
2. All’articolo 1, comma 160, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, come da ultimo modificato dall’articolo 57 del decreto legge 24 aprile n. 50, convertito dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, le parole “Per gli anni dal 2016 al 2018” sono sostituite dalle seguenti “Per gli anni dal 2016 e successivi” e le parole “per ciascuno degli anni 2017 e 2018” sono sostituite dalle seguenti “per gli anni 2017, 2018 e successivi”.
(…)
Art. 57 (Misure di razionalizzazione della spesa pubblica)
(…)
6. A decorrere dal 1° gennaio 2020, sono soppresse le riduzioni tariffarie di cui all’articolo 28, commi da uno a tre, della legge 5 agosto 1981, n. 416, all’articolo 11, della legge 25 febbraio 1987, n. 67, all’articolo 8, della legge 7 agosto 1990, n. 250 e all’articolo 23, comma 3, della legge 6 agosto 1990, n. 223.
7. A decorrere dal 1° gennaio 2020, i commi da uno a quattro dell’articolo 28 della legge 5 agosto 1981, n. 416 sono abrogati.
8. A decorrere dalla medesima data:
a) l’articolo 11, comma 1, lettera a), della legge 25 febbraio 1987, n. 67 è abrogato;
b) l’articolo 8, comma 1, lettera a), della legge 7 agosto 1990, n. 250 è abrogato;
c) all’articolo 23, comma 3, della legge 6 agosto 1990, n. 223, le parole: “agli articoli 28, 29 e 30” sono sostituite dalle parole: “29 e 30”.
(…)
IL 15 NOVEMBRE A ROMA CONVEGNO RAI “C’ERA UNA VOLTA L’AUTORADIO: I PRIMI STATI GENERALI SUL DAB+ E SULL’INTRATTENIMENTO IN AUTO”
■ Il prossimo giovedì 15 novembre, organizzata dalla Direzione Rai Radio, presso la sede di via Asiago 10, a Roma, si terrà una giornata di convegno e di studio, suddivisa in sei sessioni, sul tema “C’era una volta l’autoradio – i primi stati generali sul Dab+ e sull’intrattenimento in auto”. Nel corso dei lavori, si cercherà di capire quale è lo stato di salute del Dab+ in Italia, come stanno interagendo le istituzioni e gli editori, a che punto è il passaggio dalla radio analogica a quella digitale sulle nostre auto. E, ancora, si proverà ad indagare su come si stanno muovendo i grandi brand del settore automotive per offrire al pubblico il miglior servizio possibile. Si cercherà, insomma, di capire se esiste ancora il concetto di “autoradio” o, invece, si va verso un più largo intrattenimento di bordo.
La manifestazione sarà articolata in più contenitori, tra cui, a partire dalle ore 10.00, un convegno istituzionale, una galleria delle soluzioni adottate a bordo con piccoli test drive, una tavola rotonda con i produttori d’auto, una seconda tavola rotonda con gli operatori, un momento formativo con i ragazzi delle Università, un concerto live. Alla tavola rotonda con gli operatori, (con inizio a partire dalle ore 15.30), interverrà, per AERANTI-CORALLO, l’avv. Marco Rossignoli, che affronterà le opportunità delle nuove tecnologie per l’emittenza radiofonica locale e gli aspetti critici della regolamentazione che necessitano di soluzione immediata per evitare una penalizzazione del comparto locale.
PAR CONDICIO E INFORMAZIONE ISTITUZIONALE, OCCORRE APRIRE UNA RIFLESSIONE SU TUTTE LE CRITICITA’ CHE EMERGONO DALLA DISCIPLINA IN MATERIA
■ Si è svolto lo scorso 22 ottobre a Bologna il convegno “Par condicio e informazione istituzionale: una legge da rivedere?” organizzato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome attraverso il coordinamento dei capi uffici stampa dei Consigli regionali. Il convegno ha avuto ad oggetto un’analisi delle legge 28/2000 in relazione all’informazione prodotta dalla Pubblica Amministrazione. All’evento, è intervenuto, per AERANTI-CORALLO, Marco Rossignoli, che ha sottolineato, fra l’altro, come la normativa sulla par condicio non sia più adeguata alla realtà del tempo perché, mentre contiene vincoli per i mezzi di informazione tradizionali, lascia piena libertà d’azione all’informazione online attraverso siti web, blog e social network. Condividendo l’intento dell’incontro di aprire un dibattito sull’opportunità di modificare e/o aggiornare alcuni aspetti della normativa sulla par condicio, il coordinatore AERANTI-CORALLO ha evidenziato come la riflessione debba essere estesa ad un approfondimento di tutte le criticità che emergono dalla disciplina in materia, andando a verificare se le norme, così come previste dal legislatore nel 2000, siano, a quasi vent’anni di distanza, ancora attuali, in relazione all’evoluzione del mondo della comunicazione e delle relative tecnologie.
Per AERANTI-CORALLO, un’eventuale riforma della normativa sulla par condicio non si dovrebbe limitare a chiarire ciò che le pubbliche amministrazioni possano o non possano comunicare durante le campagne elettorali, ma dovrebbe anche esplicitare come e con quali mezzi tale comunicazione possa avvenire.
APPROVATO IL NUOVO PIANO NAZIONALE DI RIPARTIZIONE DELLE FREQUENZE (PNRF)
■ Con decreto del Ministro dello Sviluppo economico 5 ottobre 2018, pubblicato nel supplemento ordinario n 49 alla Gazzetta ufficiale n. 244 del 19 ottobre u.s., è stato approvato il nuovo Piano nazionale di ripartizione delle frequenze (PNRF).
Il nuovo piano riorganizza, tra l’altro, l’impiego di alcune bande di frequenza, alla luce delle modifiche derivanti dagli atti finali della WRC15 (Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni 2015); dalle decisioni della Commissione europea; dalle decisioni e raccomandazioni della CEPT e, infine, da ulteriori modifiche introdotte per esigenze nazionali.
Sostanzialmente confermati gli utilizzi delle bande di frequenza destinate alla radiodiffusione televisiva e alla radiodiffusione sonora.
Il nuovo Piano è disponibile nel sito www.aeranticorallo.it, sezione “Normativa”, sottosezione “Piano nazionale di ripartizione delle radiofrequenze e successive modificazioni”
■ Si è svolta lo scorso giovedì 25 ottobre, a Roma, la riunione plenaria del Tavolo tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali istituito con la delibera Agcom n. 423/17/CONS.
I lavori del Tavolo, cui ha partecipato, per AERANTI-CORALLO, Fabrizio Berrini, sono stati introdotti dal Presidente Agcom Cardani e dal Commissario Agcom Morcellini.
Nel corso della riunione, Benedetta Alessia Liberatore (direttore contenuti audiovisivi) e Marco Del Mastro (direttore servizio economico statistico) hanno illustrato i contenuti del rapporto tecnico, elaborato dagli uffici Agcom, su “La filiera dei contenuti fake e le strategie di disinformazione online”. Nei prossimi mesi l’Agcom si farà promotrice di linee guida e codici di condotta condivisi con i membri del Tavolo, sviluppate anche in vista delle prossime elezioni europee, ovvero di nuove attività condivise tra gli operatori, sotto l’egida dell’Autorità.