NUOVO PNAF 2018 PER IL SERVIZIO TELEVISIVO DIGITALE TERRESTRE: AERANTI-CORALLO IN AUDIZIONE ALL’AGCOM
■ L’Agcom ha avviato, con la propria delibera n. 137/18/CONS del 15 marzo u.s., la procedura per l’adozione del nuovo Piano Nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre (PNAF 2018), ai sensi dell’art. 1, comma 1030, della legge 27 dicembre 2017, n. 205.
Come previsto dall’art. 1, comma 6, lettera a) della legge n. 249/97, AERANTI-CORALLO è stata ascoltata nei giorni scorsi in audizione. Nel corso di tale audizione, AERANTI-CORALLO ha, tra l’altro, evidenziato la necessità di ridefinire il ruolo e le prerogative dei Fsma in ambito locale e degli operatori di rete locali, nonché di prevedere regole per la gestione condivisa dei mux e per la realizzazione delle reti di trasmissione e delle relative infrastrutture. Si è, poi, soffermata sull’obbligo (previsto dalla normativa di settore) che il Pnaf 2018 debba riservare all’emittenza locale almeno un terzo della capacità trasmissiva.
AERANTI-CORALLO ha inoltre chiesto la previsione di una decomponibilità dei multiplex per area tecnica, con la possibilità per le reti locali di differenziare la programmazione su base territoriale inferiore all’area tecnica.
RADIOFONIA: DELLA DIFFUSIONE MULTIPIATTAFORMA SE NE PARLA DA ANNI, MA OGGI OCCORRE PRESIDIARE TUTTI I CANALI DIFFUSIVI
■ Della cosiddetta diffusione “multipiattaforma” se ne parla ormai da almeno dieci anni. Una rapida ricerca su internet restituisce, infatti, risultati datati attorno al 2006-2007 (ma anche prima), dove, soprattutto negli Stati Uniti, si dibatteva già, nei primi anni del nuovo millennio, sulla necessità di diffondere i contenuti radiofonici non più solo attraverso l’etere terrestre, ma anche attraverso ulteriori piattaforme diffusive.
Ora che di tale necessità si discute quotidianamente anche qui in Italia, vale la pena di soffermarsi su quei percorsi che, già oggi, appaiono consolidati e di relativamente semplice attuazione, posto che ulteriori canali diffusivi, che già oggi cominciano a essere citati – soprattutto negli Stati Uniti – non sono da noi ancora disponibili su vasta scala.
Ci riferiamo, in particolare, ai cosiddetti “diffusori intelligenti” o smart speaker, cioè ai quei dispositivi connessi (targati Apple, Amazon, Google), che, basandosi sul riconoscimento vocale, fungono da “maggiordomi virtuali” e offrono servizi di varia natura tra cui l’ascolto della musica (o di stazioni radio) con un semplice comando vocale.
E allora, ci si chiede, quali sono le ulteriori piattaforme diffusive per le radio, che si aggiungono a quella tradizionale via etere terrestre in fm? Ne abbiamo già parlato, anche su questo periodico, in più occasioni.
La prima piattaforma, già oggi più o meno utilizzata (a vari livelli) da quasi tutte le emittenti radiofoniche è quella dello streaming via internet.
La presenza dei propri contenuti radiofonici su internet consente di superare i limiti (soprattutto geografici) della diffusione via etere terrestre.
Vi sono, poi, diverse modalità per rendere fruibili i propri contenuti su internet; le due strade praticabili (oltre alla diffusione diretta attraverso il sito web della radio) – complementari – sono quella di una app dedicata e quella della presenza sui cosiddetti aggregatori.
La prima soluzione consente una maggiore interazione con l’utente finale, permette (a seconda dei casi) l’inserimento di contenuti audiovisivi e di informazioni testuali aggiuntivi, nonché la gestione della pubblicità effettuata direttamente dall’emittente.
Il limite principale di tale soluzione è quello di poter ascoltare sui dispositivi connessi una sola radio (o un solo bouquet, nel caso in cui un editore sia titolare di più marchi o decida di diffondere i c.d. “brand bouquet”, cioè declinazioni differenziate di uno stesso marchio).
La soluzione complementare è quella di rendere disponibili i propri contenuti via internet tramite i cosiddetti “aggregatori”, che consentono all’utente, con una unica app, di accedere a una moltitudine di contenuti molto più ampia di quella disponibile con la sola fruizione in Fm (dove, come evidente, si possono ascoltare solo le radio diffuse da trasmettitori presenti nella zona di ascolto).
L’altro grande filone su cui si concentra l’attenzione di coloro che intendono attuare strategie di diffusione multipiattaforma è quello della cosiddetta “visual radio”, che viene perlopiù diffusa attraverso la piattaforma televisiva digitale terrestre e rappresenta, per molti, un ottimo canale complementare per raggiungere il pubblico a casa (posto che, ormai, si stima che siano solo il 50% le famiglie dotate di apparecchio radiofonico domestico).
Si tratta di una evoluzione della diffusione Fm, con cui si aggiungono alla parte audio, anche contenuti video.
Gli stessi possono, a seconda dei casi, comprendere le immagini da studio degli speaker, videoclip dei brani messi in onda oppure immagini di varia natura, inserite ad arricchimento del contenuto audio (quali, fotografie, copertine dei dischi messi in onda) o cartelli informativi, ad esempio sulle condizioni meteo, sul traffico stradale o sulle notizie locali.
Rammentiamo che la diffusione tramite la piattaforma televisiva digitale terrestre necessita di specifiche autorizzazioni, diverse a seconda della modalità di diffusione prescelta.
Le emittenti che si vogliano limitare a veicolare il solo contenuto audio ovvero il contenuto audio assieme al logo con il nome dell’emittente, devono essere autorizzate all’attività di fornitori di servizi di media radiofonici (come previsto dalla delibera Agcom n. 664/09/CONS e s.m.i.).
In tal caso, tale autorizzazione costituisce titolo per effettuare la trasmissione simultanea su frequenze televisive digitali terrestri (piattaforma Dvb-t) del palinsesto diffuso dallo stesso soggetto su reti radiofoniche terrestri in tecnica analogica.
Qualora, invece, si voglia fare la vera e propria visual radio (aggiungendo, quindi, contenuti video a quelli audio), occorrerà una autorizzazione come Fsma, che andrà richiesta alla Dgscerp del Ministero dello Sviluppo economico.
In alternativa, è anche possibile rilevare una autorizzazione già in essere (assieme alla relativa numerazione Lcn) da un soggetto già autorizzato per il bacino di interesse.
Quale che sia la strada (o le strade) che si intenda/intendano percorrere, oggi più che mai è necessario cercare di presidiare tutti i possibili canali per raggiungere il pubblico.
La radio, oggi, viene ancora ascoltata da molti milioni di persone, ma stanno cambiando le modalità (e i canali) di fruizione. Il pubblico è diventato più esigente, e per soddisfarlo occorre, oggi, essere presenti dappertutto.
CONTRIBUTI PUBBLICI ALLE EMITTENTI LOCALI: DOVREBBE ESSERE IMMINENTE LA PUBBLICAZIONE DELLA GRADUATORIA PER LE TV LOCALI COMUNITARIE 2016
■ Dopo la pubblicazione della graduatoria provvisoria e dell’elenco degli importi dei contributi pubblici da assegnare alle radio locali comunitarie per l’anno 2016, avvenuta lo scorso 5 aprile, dovrebbe essere imminente la pubblicazione della graduatoria provvisoria relativa alle tv locali comunitarie per l’anno 2016. E’ auspicabile, inoltre, che possano essere rapidamente pubblicate anche le altre due graduatorie per l’anno 2016 (radio e tv commerciali), nonché tutte le graduatorie per gli anni 2017 e 2018.
IL MISE RETTIFICA LA GRADUATORIA DI ASSEGNAZIONE DELLE FREQUENZE DELLA TV DIGITALE TERRESTRE PER LA REGIONE CAMPANIA
■ Il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato nel proprio sito internet la revisione della graduatoria di assegnazione delle frequenze per la tv digitale terrestre per la regione Campania. Tale revisione si è resa necessaria a seguito di una sentenza del Tar Lazio che ha disposto il ricalcolo del punteggio attribuito a un soggetto in merito alla copertura nonché al riconoscimento dei dipendenti, come indicato in una precedente sentenza dello stesso Tar. Il punteggio dei suddetti parametri è stato, quindi, variato, determinando la modifica della graduatoria del 30 gennaio 2018, con la ricorrente che è passata dal 22° al 21° posto.
INVESTIMENTI PUBBLICITARI IN ITALIA, NEL PRIMO BIMESTRE DEL 2018 CRESCONO TV E RADIO
■ I dati relativi agli investimenti pubblicitari sui mezzi di comunicazione di massa, comunicati mensilmente da Nielsen, evidenziano, per i primi due mesi del 2018, raffrontati con i primi due mesi del 2017, un lieve calo (sul totale dei mezzi) pari al -0,3%.
Con riferimento ai singoli mezzi, la radio segna un dato positivo del 5,1%, mentre la televisione cresce dello 0,6%.
La carta stampata prosegue con un dato negativo, pari a -8,7% per i quotidiani, e -11,1% per i periodici. Internet, infine, cresce del +2,6%.
I dati sugli investimenti pubblicitari sui mezzi di comunicazione sono pubblicati nel sito www.aeranticorallo.it, sezione “Mercato Pubblicità”
L’AGCOM AVVIA IL PROCEDIMENTO PER LA DEFINIZIONE DEI CRITERI PER LA CONVERSIONE DEI DIRITTI DI USO DELLE FREQUENZE IN AMBITO NAZIONALE PER LA TV DIGITALE TERRESTRE
■ Nella riunione di Consiglio dell’11 aprile, l’Agcom ha posto all’ordine del giorno il procedimento per la definizione dei criteri per la conversione dei diritti d’uso delle frequenze in ambito nazionale per il servizio digitale terrestre. Si tratta di uno degli adempimenti a carico dell’Agcom previsti dalla legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio 2018). In particolare, l’art. 1, comma 1031, prevede, infatti, testualmente: “In linea con gli obiettivi della politica audiovisiva europea e nazionale di coesione sociale, pluralismo dei mezzi di comunicazione e diversità culturale e con la finalità della più efficiente gestione dello spettro consentita dall’impiego delle tecnologie più avanzate, tutte le frequenze assegnate in ambito nazionale e locale per il servizio televisivo digitale terrestre ed attribuite in banda III VHF e 470-694 MHz sono rilasciate secondo il calendario di cui al comma 1032. Per le medesime finalità di cui al primo periodo, i diritti d’uso delle frequenze di cui sono titolari alla data di entrata in vigore della presente legge gli operatori di rete nazionali sono convertiti in diritti d’uso di capacità trasmissiva in multiplex nazionali di nuova realizzazione in tecnologia DVB-T2, secondo i criteri definiti dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni entro il 30 settembre 2018 ai fini dell’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze”.
Il procedimento dell’Agcom prevede che lo schema di provvedimento venga posto a consultazione, per arrivare all’emanazione del provvedimento definitivo entro i tempi stabiliti dalla legge.