RADIOTV FORUM 2014
RELAZIONE ANNUALE
SULLO STATO DELL’EMITTENZA LOCALE
DELL’AVV. MARCO ROSSIGNOLI
COORDINATORE AERANTI-CORALLO
E PRESIDENTE AERANTI
Siamo giunti alla nona edizione annuale del RadioTv Forum di Aeranti-Corallo. Quando è iniziato il RadioTv Forum esisteva ancora il Ministero delle Comunicazioni e non era, ancora, stato dato avvio alle trasmissioni televisive e radiofoniche digitali.
In questi anni siamo passati attraverso cinque Governi e due consiliature dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Il RadioTv Forum rappresenta, oggi, un consolidato punto di riferimento, nel quale gli operatori radiofonici e televisivi possono confrontarsi sui temi di attualità del comparto e allo stesso tempo possono approfondire la conoscenza delle novità dell’industria e dei servizi per l’attività delle proprie imprese.
Il RadioTv Forum prevede, oltre agli appuntamenti istituzionali, numerosi seminari e workshop finalizzati all’approfondimento di temi tecnici e normativi di interesse del comparto.
Come ogni anno è stata, inoltre, allestita un’ampia Area Expo dove, in appositi stand, vengono presentati prodotti e servizi per le imprese televisive e radiofoniche terrestri, satellitari e via web, nonché per la ripresa, la produzione, la post-produzione e l’automazione dei programmi.
L’emittenza locale sta affrontando un momento di grande difficoltà a causa della contrazione dei ricavi pubblicitari, derivante dalla recessione in atto e dalla concorrenza delle nuove piattaforme, e a causa delle inaccettabili scelte legislative e regolamentari assunte, a partire dalla fine dell’anno 2011, che hanno continuamente rimesso in discussione il percorso, fino a quel momento, adottato e condiviso, per la transizione al digitale terrestre.
La mancanza di un progetto governativo strutturale per l’emittenza locale e il continuo cambiamento delle regole ha generato una situazione di incertezza permanente, che ha impedito, e sta impedendo, qualsiasi programmazione aziendale da parte delle imprese.
Sul fronte televisivo, incombe, anche, il contenzioso che è stato promosso, con decine di ricorsi al Tar Lazio, avverso le graduatorie regionali e i relativi bandi per l’assegnazione dei diritti di uso delle frequenze.
In tale contesto, molte imprese radiotelevisive locali sono state costrette ad attivare procedure per il ricorso agli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione in deroga, e ad avviare procedure di mobilità e di licenziamento collettivo.
Al fine di evitare un drastico ridimensionamento del comparto, che dà occupazione a circa diecimila lavoratori dipendenti e ad altrettanti collaboratori, è necessario che il Governo dia vita a un serio progetto politico che, nel riaffermare il ruolo dell’emittenza locale, definisca, in un’ottica di salvaguardia del pluralismo sul territorio, prospettive e percorsi che diano certezze alle imprese che intendano continuare a investire nel settore.
Occorre, inoltre, svincolare, immediatamente, l’emittenza locale dall’eccessiva e ingiustificata burocrazia, attuando decisi interventi di semplificazione e di liberalizzazione.
Occorre, infine, favorire e incentivare forme di sinergia tra le imprese televisive locali, per l’esercizio delle reti di trasmissione, nell’imminenza dell’avvio del passaggio al Dvb-t2, che consentirà un raddoppio del numero dei programmi che potranno essere diffusi attraverso ogni mux.
La tv
Le principali problematiche del comparto televisivo che devono trovare soluzione nell’immediatezza riguardano:
– la compatibilità interferenziale con gli Stati esteri confinanti;
– la regolamentazione relativa all’ordinamento automatico dei canali della televisione digitale terrestre (cosiddetto “Lcn”);
– la destinazione della Banda 700 Mhz;
– le modalità di determinazione dei contributi per i diritti di uso delle frequenze e dei diritti amministrativi per lo svolgimento dell’attività di operatore di rete.
In particolare, è evidente la preoccupazione delle imprese televisive locali in relazione al tema della compatibilità radioelettrica dei relativi impianti di trasmissione, legittimamente operanti sulla base di provvedimenti abilitativi, in molti casi ventennali, con impianti operanti negli Stati esteri confinanti, a seguito dell’emanazione del decreto-legge n. 145 del 23 dicembre 2013.
Al riguardo, Aeranti-Corallo ritiene che il Governo, a fronte della responsabilità derivante dall’assegnazione di frequenze che oggi si vorrebbero revocare, debba adottare, senza indugio, iniziative finalizzate alla risoluzione della problematica, nell’ottica della compatibilizzazione tra gli impianti eserciti in Italia e quelli dei Paesi confinanti. Qualora, infatti, le ipotesi di esclusione di alcune frequenze dalla pianificazione italiana, all’esame in questi giorni dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, trovassero effettivamente applicazione, vi sarebbero decine di imprese televisive locali che non avrebbero più le frequenze sulle quali trasmettere.
Il danno che ne conseguirebbe sarebbe molto superiore all’esiguo stanziamento di venti milioni di euro stabilito per le misure compensative previste per la dismissione volontaria di tali frequenze.
Nello specifico, riteniamo che il Ministero debba segnalare all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ai fini della ripianificazione che la stessa deve attuare, esclusivamente le frequenze oggetto di situazioni interferenziali non eliminabili. In tale ottica, proponiamo che il Ministero avvii tavoli tecnici, con il coinvolgimento anche delle Regioni interessate e di rappresentanti delle Amministrazioni estere, per esaminare ogni situazione di criticità e per individuare, anche attraverso sopralluoghi e misurazioni radioelettriche sul campo, le misure tecniche da adottare per la compatibilizzazione degli impianti; in tal modo potrebbero trovare soluzione numerosi conflitti interferenziali, lamentati dai Paesi confinanti, limitando enormemente il numero degli impianti da dismettere entro il 31 dicembre 2014 e, conseguentemente, contenendo anche il contenzioso che potrebbe generarsi al riguardo.
In tale contesto, eventuali frequenze dell’ex beauty contest che non dovessero essere assegnate nell’ambito della relativa gara, potrebbero essere destinate alle tv locali. In ogni caso, l’Autorità, nell’ambito del procedimento di ripianificazione, dovrà tener conto che all’emittenza locale spetta almeno un terzo delle frequenze disponibili.
Bisogna, infine, considerare che solo riducendo quantitativamente le dismissioni degli impianti, le scarse risorse stanziate per le misure compensative potranno avere un carattere effettivamente risarcitorio.
Per quanto riguarda la regolamentazione Lcn, occorre rilevare che la stessa è oggetto di un contenzioso infinito che non pare destinato a una soluzione definitiva in tempi brevi. L’unica via percorribile appare, pertanto, quella di un intervento legislativo immediato, che recepisca, in una norma di rango primario, quanto stabilito dal primo piano di numerazione di cui alla delibera n. 366/10/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nell’ambito del quale l’emittenza locale ha, peraltro, trovato collocazione adeguata.
Tale intervento garantirebbe stabilità e certezze al settore, almeno fino a quando non si svilupperà adeguatamente il nuovo standard Dvb-t2.
Altro tema di stretta attualità è quello della destinazione della banda 700 Mhz. La relativa eventuale attribuzione ai servizi di comunicazione mobile avrebbe un impatto estremamente negativo per il settore televisivo, in quanto ne ridurrebbe drasticamente le risorse frequenziali, con evidenti conseguenze negative anche per il comparto locale.
È, pertanto, evidente che la problematica debba essere affrontata dall’Italia, tenendo conto delle proprie specificità nazionali, con l’obiettivo strategico di salvaguardare, anche oltre il 2020, il ruolo e gli investimenti delle imprese televisive.
Per quanto riguarda la problematica dei contributi per il diritto di uso delle frequenze, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con delibera n. 210, pubblicata il 22 maggio 2014, ha avviato una specifica consultazione pubblica. Il giudizio di Aeranti-Corallo sul relativo schema di provvedimento è assolutamente critico, in quanto i criteri ivi previsti generano importi assolutamente insostenibili per l’emittenza locale.
Lo schema di provvedimento disattende, pertanto, il contenuto dell’articolo 17, comma 2 del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici in base al quale l’Autorità avrebbe dovuto uniformare gli importi previsti per le diffusioni su frequenze terrestri in tecnica analogica a quelli previsti per le diffusioni in tecnica digitale. Occorre, inoltre, considerare che l’articolo 34 del Codice delle Comunicazioni elettroniche, prevede l’applicazione agli operatori di rete anche di diritti amministrativi per l’autorizzazione generale di cui sono titolari e che gli importi previsti da tale norma, oltre a non essere calati nella realtà del settore, sono insostenibili per l’emittenza locale. Sempre con riferimento al settore televisivo, Aeranti-Corallo ritiene, inoltre, necessario, al fine di evitare incertezze alle imprese in sede di redazione dei propri bilanci, che l’Autorità definisca i criteri per la realizzazione della separazione contabile da parte dei soggetti che svolgono sia l’attività di operatore di rete, sia l’attività di fornitore di servizi di media audiovisivi.
Sarebbe anche importante, nell’ottica di una semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese, che l’Autorità stabilisca, al più presto, le modalità per la compilazione del registro dei programmi in formato elettronico, come previsto dal Regolamento sulla televisione digitale terrestre.
Il settore, infine, attende, da tempo, la pubblicazione dell’elenco delle frequenze residue e disponibili necessario per dare attuazione alla Determina del 24 settembre 2013 del Direttore generale della Dgscer del Ministero dello Sviluppo economico.
E’, infine, assolutamente necessario che gli operatori di rete locali vengano liberati dagli attuali limiti relativi alla tipologia di contenuti irradiabili e possano, pertanto, svolgere liberamente la propria attività imprenditoriale, diffondendo anche contenuti nazionali, in ossequio al principio della neutralità tecnologica.
La radio
Passando alla radiofonia, Aeranti-Corallo sollecita maggiore attenzione alle problematiche del comparto, spesso trascurato.
La radiofonia sta scontando, infatti, un grande ritardo nell’evoluzione tecnologica.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha recentemente esteso alla provincia di Bolzano il progetto pilota avviato in provincia di Trento per le trasmissioni radiofoniche digitali terrestri.
Il progetto pilota di Trento e di Bolzano, nell’ambito del quale l’emittenza radiofonica locale ha attivato tre mux, sarà fondamentale per verificare tutte le problematiche che presenta l’avvio della nuova tecnologia e, in particolare:
– le modalità di realizzazione delle reti;
– la capacità delle emittenti di realizzare contenuti specifici per il nuovo contesto digitale;
– lo sviluppo del mercato dei ricevitori;
– la funzionalità del modello della società consortile definito dall’Autorità per lo svolgimento dell’attività di operatore di rete.
È evidente, però, che l’avvio delle trasmissioni radiofoniche digitali in altre aree del Paese sarà possibile solo in presenza di una quantità di risorse frequenziali e di una pianificazione che permettano ad ogni soggetto interessato, locale e nazionale, avente titolo, di poter effettivamente accedere alla nuova tecnologia trasmissiva a parità di condizioni con tutti gli altri operatori.
Secondo le previsioni regolamentari dell’Autorità, è necessaria la disponibilità di tre frequenze nazionali e fino a undici frequenze locali per ogni bacino pianificato. Ad oggi, tuttavia, tale disponibilità sussiste solo nelle province di Trento e di Bolzano e in poche altre zone, mentre, nella maggior parte delle regioni, è disponibile esclusivamente il canale 12, al quale, come noto, corrispondono solo quattro blocchi di frequenze.
Al fine dello sviluppo della nuova tecnologia è, quindi, indispensabile acquisire ulteriori risorse come il canale 13, attualmente attribuito ad altri servizi dal Piano di ripartizione delle frequenze.
Sul tema della radiofonia digitale occorre, inoltre, considerare che, nell’attuale fase di avvio del mercato, a fronte dei costi che verranno sostenuti dalle imprese, difficilmente verranno realizzati ricavi, anche solo compensativi.
Per questo Aeranti-Corallo si è attivata per individuare soluzioni che permettano il massimo contenimento dei costi e, in tale ottica, ha definito un percorso di collaborazione con Rai Way, ai fini della realizzazione, da parte di quest’ultima, di un servizio di abilitazione, economicamente sostenibile, del primo accesso, con la formula “chiavi in mano”, alla piattaforma digitale da parte delle società consortili che intendano diventare assegnatarie dei diritti di uso delle frequenze, ma che non siano interessate, quantomeno in una prima fase, a realizzare investimenti in proprio.
Occorre, in ogni caso, considerare che, solo attraverso la realizzazione di reti digitali terrestri, le attuali imprese radiofoniche analogiche potranno conservare la propria centralità anche nei nuovi scenari tecnologici.
È, inoltre, molto importante che le imprese radiofoniche locali estendano la diffusione dei propri programmi anche attraverso tutte le nuove piattaforme diffusive, come il digitale televisivo e il web, e che rendano disponibili i propri contenuti anche attraverso i tablet e gli smartphone.
Sul tema degli ascolti radiofonici, proseguono i lavori del tavolo tecnico istituito dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
In tale sede, Aeranti-Corallo ha evidenziato l’esigenza di una governance cui la radiofonia locale partecipi in misura almeno proporzionale ai propri ascolti.
Il tavolo tecnico ha, anche, previsto una sperimentazione per la rilevazione degli ascolti attraverso i meter.
Al riguardo, Aeranti-Corallo, pur condividendo l’opportunità di ricerche tecnicamente sempre più avanzate, evidenzia l’esigenza che le stesse siano economicamente sostenibili e, allo stesso tempo, capaci di rilevare, in forma comparata e nel dettaglio, i dati dell’emittenza locale e di quella nazionale.
Sempre sul fronte radiofonico, occorre, infine, che il Ministero dello Sviluppo Economico tuteli le emittenti radiofoniche legittimamente operanti da decenni dalle contestazioni di alcuni Paesi esteri confinanti, formulate sulla base del Piano delle frequenze di Ginevra del 1984, mai ratificato dall’Italia e, quindi, privo di efficacia nei confronti delle emittenti italiane.
Le risorse per l’attività radiotelevisiva locale
Il futuro dell’emittenza locale è strettamente legato alla quantità di risorse di cui la stessa potrà disporre. In particolare, sono assolutamente necessarie, nell’immediato, come da tempo richiesto da Aeranti-Corallo, norme di indirizzo del mercato pubblicitario, come sgravi d’imposta per le aziende che acquistano spazi pubblicitari sulla emittenza locale.
Al riguardo, occorre considerare che la pubblicità attraverso le emittenti radiofoniche e televisive locali è una delle principali forme per la conoscenza dei prodotti e dei servizi delle piccole e delle medie imprese, sicché un sostegno statale a tale tipologia di investimento pubblicitario non è solo un sostegno alle imprese radiotelevisive, ma costituisce anche un elemento propulsivo per la ripresa dei consumi, tanto auspicata ad ogni livello.
Passando ai contributi annualmente erogati dal Ministero dello Sviluppo economico a favore dell’emittenza locale – 85% per le tv locali e il 15% per la radiofonia – Aeranti-Corallo sollecita un adeguato stabile rifinanziamento, che permetta al settore di fruire di un sostegno statale costante nel tempo.
Con specifico riferimento al comparto televisivo, Aeranti-Corallo evidenzia che non è stata ancora corrisposta l’ultima tranche dei contributi integrativi relativi all’anno 2010.
È, inoltre, necessaria una veloce definizione del procedimento relativo al riconoscimento dei contributi relativi all’anno 2013.
Occorre, altresì, che venga, al più presto, emanato il bando per le misure di sostegno per l’anno 2014, il cui termine di emanazione è scaduto il 31 gennaio scorso.
Per quanto riguarda, invece, le misure di sostegno per la radiofonia locale, è necessario che vengano completate le procedure per il riconoscimento dei contributi relativi agli anni 2012 e 2013.
Devono, inoltre, essere ancora corrisposte la seconda e la terza tranche dei contributi integrativi relativi all’anno 2010.
Con riferimento alle provvidenze editoria previste per le radio e per le tv locali, Aeranti-Corallo chiede che la Presidenza del Consiglio dei Ministri sblocchi al più presto il pagamento dei crediti vantati dalle imprese per i residui dei rimborsi relativi ai canoni di abbonamento delle agenzie di informazione per gli anni 2006, 2007 e 2008, nonché per i rimborsi relativi ai costi di energia elettrica e di collegamento satellitare per gli anni 2007 e 2008.
Molte imprese hanno intrapreso, negli ultimi mesi, azioni giudiziali per ottenere tali pagamenti, ma è, comunque, auspicabile una rapida soluzione della problematica che consenta di porre fine a tale contenzioso.
Sul tema delle risorse è, inoltre, importante che vengano previste specifiche misure per il settore radiofonico e televisivo locale, a valere sul Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria per il triennio 2014-2016, previsto dalla Legge di Stabilità 2014.
Riteniamo, infine, necessaria una revisione dei testi delle licenze Siae per l’utilizzazione del repertorio musicale da parte delle imprese radiotelevisive locali, al fine di armonizzare le stesse con le problematiche emerse in conseguenza dell’evoluzione tecnologica e della transizione al digitale.
Da tempo abbiamo cercato di raggiungere un accordo con la Siae al riguardo, ma non avendo avuto, ad oggi, alcun concreto riscontro, riteniamo che sia necessario un intervento in sede istituzionale.
L’attività di informazione dell’emittenza locale
L’informazione sul territorio rappresenta il cuore dell’attività radiotelevisiva locale. I microfoni e le telecamere dell’emittenza locale, da quasi quarant’anni, hanno creato un indissolubile contatto tra i cittadini e il loro territorio, affrontando e raccontando tutti i temi di attualità, politica, cronaca e sport legati al contesto locale.
I rapporti di lavoro giornalistico delle emittenti radiofoniche e televisive locali sono oltre duemila, di cui oltre millecinquecento disciplinati dal Contratto nazionale collettivo stipulato tra Aeranti-Corallo e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana nell’ottobre 2000 e rinnovato, da ultimo, nel gennaio 2010.
In questo contesto, occorre anche riflettere sull’opportunità di ridisegnare il ruolo dell’emittenza locale nell’informazione sul territorio, valutando l’opportunità di affidare alle radio e alle televisioni locali la concessione del Servizio Pubblico a livello regionale e provinciale, quando nel 2016 tale concessione dovrà essere rinnovata.
Conclusioni
In conclusione, Aeranti-Corallo sollecita un progetto strutturale per l’emittenza locale che permetta di superare l’attuale momento di grande difficoltà, riaffermi il ruolo centrale del comparto nel sistema radiotelevisivo italiano, dia certezze alle imprese e favorisca la ripresa del mercato pubblicitario.
Occorre però, allo stesso tempo, che l’emittenza locale riacquisti fiducia in sé stessa e abbia la capacità di rimettersi in gioco nel contesto delle nuove sfide multimediali.
Aeranti-Corallo, dal canto suo, continuerà a battersi, ad ogni livello, italiano ed europeo, per tutelare gli spazi e il ruolo dell’emittenza locale e con essi il pluralismo dell’informazione nel nostro Paese.