Tv digitale terrestre: inaccettabile che le frequenze del dividendo interno possano essere assegnate (secondo le previsioni della delibera 497/10/CONS) agli attuali operatori nazionali mentre le frequenze per le tv locali sono insufficienti

Cs  3/2011 del 24 febbraio 2011

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TV DIGITALE TERRESTRE: INACCETTABILE CHE LE FREQUENZE DEL DIVIDENDO INTERNO POSSANO ESSERE ASSEGNATE (secondo le previsioni della delibera 497/10/CONS) AGLI ATTUALI OPERATORI NAZIONALI MENTRE LE FREQUENZE PER LE TV LOCALI SONO INSUFFICIENTI

■ Con riferimento alla problematica della transizione al digitale e alla insufficienza delle risorse frequenziali per le imprese televisive locali, l’avv. Marco Rossignoli, coordinatore AERANTI-CORALLO, (l’associazione di categoria che rappresenta, tra l’altro, 320 tv locali) ha dichiarato:
“Come noto, la legge di stabilità 2011 ha destinato ai servizi di comunicazione elettronica mobili in larga banda 9 frequenze (canali 61-69 Uhf) originariamente destinate alle tv locali, riducendo, quindi, da 27 a 18 le risorse frequenziali per il comparto locale. L’assegnazione di tali frequenze ai suddetti servizi in larga banda avverrà sulla base di una gara i cui introiti sono destinati ad acquisire risorse per il bilancio dello Stato. E’ tuttavia inaccettabile – ha proseguito Rossignoli – che mentre è stata prevista tale gara, con introiti per lo Stato, allo stesso tempo è imminente l’avvio del beauty contest per l’assegnazione a titolo gratuito delle 6 frequenze (5 Dvb-t e una Dvb-h) del cosiddetto “dividendo interno”, con possibilità per gli attuali operatori nazionali di partecipare a tale beauty contest (nei termini e nei limiti di cui alla delibera n. 497/10/CONS della Agcom).
Se tali frequenze non venissero assegnate gratuitamente –
ha aggiunto Rossignoli – lo Stato probabilmente ricaverebbe introiti superiori a quelli realizzabili dalla cessione delle frequenze 61- 69 Uhf già assegnate alle tv locali nelle regioni dove è stato completato il processo di digitalizzazione.
AERANTI-CORALLO dunque –
ha concluso Rossignoli – chiede un riesame dell’intera problematica che, oltre a penalizzare in modo insostenibile il settore televisivo locale, sta causando un inaccettabile ritardo all’intero processo di digitalizzazione.

 

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